Fate come me: una fuga d’inverno in Guadalupa, tra mare, escursioni e balli

4 minuti di lettura

Brian Healy, autore Lonely Planet, ama cercare destinazioni calde in cui rifugiarsi a gennaio. Quest'anno la ricerca lo ha portato da New York a Guadalupa, dove ha vissuto cinque giorni di mare, escursioni e balli sotto un cielo (per lo più) sereno. In questo articolo Brian condivide alcuni spunti e consigli per chi vuole sfuggire alla tristezza dell'inverno con una vacanza ai Caraibi.

Il mare della Guadalupa e, sullo sfondo, il vulcano La Soufrière, sempre avvolto dalle nuvole © Brian Healy
Il mare della Guadalupa e, sullo sfondo, il vulcano La Soufrière, sempre avvolto dalle nuvole © Brian Healy
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All’inizio dell’anno nuovo, quando il freddo si fa sentire e le vacanze estive sono ormai lontane, ho sempre voglia di una dose terapeutica di sole. In passato, le mie peregrinazioni di gennaio mi hanno portato a Saint Lucia e a Saint Petersburg, Florida; all’inizio di quest’anno, ero pronta a volare nella Repubblica Dominicana.

Ma questa è un’altra storia.

Invece, ho cambiato idea all’ultimo momento e mi sono diretto verso l’incantevole Guadalupa, una stella dei Caraibi. Ho trascorso cinque giorni girando per l’isola e facendomi incantare dai residenti ultra-amichevoli che amano mostrare il posto in cui vivono. E chi può biasimarli?

Dove hai alloggiato? Com’era l’atmosfera?

In un meraviglioso cottage che appartiene all’affascinante Laurent. Il semplice bungalow di due stanze aveva tutto ciò di cui avevo bisogno. Ho trascorso la maggior parte del mio tempo libero sulla terrazza, coperta per proteggersi dai frequenti acquazzoni: uno spazio era perfetto per fare colazione, leggere e controllare le e-mail sul mio iPad.

I variopinti lorichetti non vedono l’ora di tuffarsi nello sciroppo che i visitatori del Jardin Botanique offrono loro. © Brian Healy.
I variopinti lorichetti non vedono l’ora di tuffarsi nello sciroppo che i visitatori del Jardin Botanique offrono loro. © Brian Healy.
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Qual è stata la cosa più turistica che hai fatto?

Dare da mangiare ai lorichetti. A Deshaies, sulla costa occidentale di Basse-Terre, il Jardin Botanique, curatissimo, accoglie esemplari della flora tropicale di tutto il mondo. Il suo punto forte per me? Il recinto della voliera, in cui svolazzano decine di lorichetti, pappagalli dai colori vivaci e molto affamati.

Sono ghiottissimi dello sciroppo zuccherino che si può acquistare all’ingresso del giardino: non appena si apre il contenitore si scatena un frenetico sbattere di ali e i vostri nuovi migliori amici si posano sul vostro braccio, in un turbine di piume arcobaleno, impazienti di ingozzarsi di sciroppo.

La Cascade aux Écrevisses è il posto perfetto per rinfrescarsi. © Getty Images
La Cascade aux Écrevisses è il posto perfetto per rinfrescarsi. © Getty Images

La tua attività preferita durante questo viaggio?

Nuotare, ogni volta che potevo e ovunque potevo. Le spiagge della Guadalupa – La Caravelle, Grande Anse, Malendure (adiacente alla Réserve Cousteau) – sono giustamente famose e nuotare nelle acque cristalline dei Caraibi è qualcosa che non delude mai. Sebbene abbia trascorso molto tempo nell’acqua calda e salata, forse il mio bagno preferito in Guadalupa è stato quello nella piscina alimentata dalle fresche acque della Cascade aux Écrevisses. Potete raggiungere questa meraviglia percorrendo l’imperdibile Route de la Traversée, che attraversa Basse-Terre e il lussureggiante Parc National de la Guadeloupe.

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La sfrenata esuberanza del carnevale di Ste-Rose. © Brian Healy
La sfrenata esuberanza del carnevale di Ste-Rose. © Brian Healy

Qual è la foto preferita del tuo viaggio e dove è stata scattata?

A una festa di Carnevale nella cittadina di Ste-Rose. Stavo tornando a casa dalla spiaggia e all’inizio ero infastidito dal fatto che il traffico si fosse fermato. Ma quando ho sentito in lontananza il ritmo di centinaia di tamburi, ho capito che dovevo parcheggiare e andare a vedere cosa stava succedendo.

È stata la decisione migliore del mio viaggio.

Il Carnevale della Guadalupa (o "Kannaval"), che inizia a gennaio e culmina il martedì prima della Quaresima, coinvolge ogni settimana una località diversa dell’isola. Mi ero imbattuto nei festeggiamenti di Ste-Rose, sulla costa nord di Basse-Terre.

Lungo la strada principale della cittadina centinaia di donne (e qualche uomo) in abiti scintillanti, su tacchi vertiginosi, sfilavano e ballavano in formazione al ritmo della musica delle bande che procedevano dietro di loro. Giovani mascherati facevano schioccare rumorosamente enormi fruste, un’altra forma di percussione. L’enorme folla che assisteva con gioia a tutto questo attestava che la festa era davvero aperta a tutti. I turisti, in ogni caso, erano pochi, il che mi ha fatto ringraziare gli dei del viaggio per avermi indirizzato verso questo gioioso evento.

Eccomi sulla vetta della Soufrière, giusto un po’ bagnato… © Brian Healy
Eccomi sulla vetta della Soufrière, giusto un po’ bagnato… © Brian Healy
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Cosa avresti voluto avere in valigia, e invece ti mancava?

Una giacca impermeabile. Il vulcano La Soufrière (che in effetti emette fumi sulfurei di cui si sente l’odore) è il punto più alto delle Piccole Antille e io ero determinato a raggiungerne la cima. Partendo vicino a Bains Jaunes, ho trovato il primo tratto dell’escursione – un sentiero in gran parte asfaltato attraverso una fitta foresta – quasi troppo facile. Quello successivo, invece…

Quando la vegetazione si è diradata ed è iniziata la salita rocciosa, mi sono ritrovato avvolto dalle nuvole che abbracciano la montagna e sono visibili praticamente da ogni parte dell’isola. Il vento incessante mi sferzava la faccia con folate bagnate di pioggia. I piedi affondavano in pozzanghere fangose sul sentiero sempre più accidentato. A pochi passi dalla vetta mi sono accovacciato mentre le raffiche rischiavano di scaraventarmi in un burrone.

È stato davvero emozionante.

Ma poiché avevo dimenticato di mettere in valigia un impermeabile a maniche lunghe, sono arrivato in cima, a 1467 metri, con il maglione di cotone fradicio. Sempre sorridente, però. Se avete intenzione di fare questa o altre escursioni durante la vostra vacanza in Guadalupa, dunque, non vi pentirete di aver messo in valigia una serie di strati leggeri e impermeabili.

Il Mémorial ACTe, progettato da Jean-Michel Mocka-Célestine, Pascal Berthelot (BMC), Mikaël Marton e Fabien Doré (Atelier Doré/Marton).
Il Mémorial ACTe, progettato da Jean-Michel Mocka-Célestine, Pascal Berthelot (BMC), Mikaël Marton e Fabien Doré (Atelier Doré/Marton).

Qual è la cosa che proprio non ti aspettavi?

L’impatto del Mémorial ACTe di Pointe-à-Pitre. Progettata da architetti della Guadalupa e inaugurata nel 2015 dal presidente francese François Hollande, questa istituzione presenta una straordinaria mostra interattiva su due temi molto attuali e delicati: la schiavitù e il suo ruolo nel colonialismo.

Coprendo secoli di storia – dai primi contatti degli europei con le popolazioni indigene dei Caraibi fino agli sforzi contemporanei per combattere la tratta di esseri umani – la mostra affronta argomenti molto complessi con brio e profondo rispetto. L’eccellente audioguida dà spazio alle voci delle fonti primarie, mentre gli oggetti storici (come i ninnoli che un tempo venivano scambiati alla pari con gli schiavi) e i video completano l’esposizione. Una visita assolutamente da non perdere.

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Guadalupa
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