Marrakech: cosa fare nella Capitale africana della cultura

Redazione Lonely Planet
6 minuti di lettura

È la prima capitale africana della cultura, è un mix inebriante di tradizione e contemporaneità, è invadente e poetica: è Marrakech. Famosa per la sua piazza, per i suoi suq e i suoi palazzi, ora c’è un motivo in più per visitarla, dato che nel 2020 sarà la prima Capitale africana della cultura. La vittoria è dovuta alla sua tradizione architettonica, culturale e artistica. E le cose da fare e da vedere non mancheranno di certo.

La piazza di Jamaa el-Fna, Marrakech ©Matej Kastelic/Shutterstock
La piazza di Jamaa el-Fna, Marrakech ©Matej Kastelic/Shutterstock
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Sebbene sia una destinazione già molto conosciuta dal turismo internazionale, i lavori per migliorare le infrastrutture e per ristrutturare nuovi tratti della medina continuano. Motivo che ha spinto numero sempre maggiore di viaggiatori, dall’Europa e dagli Stati Uniti, a raggiungere questa città, con un incremento del 15% di visite dal 2017 al 2018.

Cena con spettacolo nella Jemaa el-Fna

Come tutti i classici, non si può prescindere da una visita alla piazza centrale di Marrakech. Sebbene abbia perso gran parte del suo fascino originale, la babele di persone e spettacoli che si concentrano in Jemaa el-Fna merita di essere vista. Cercate di arrivare poco prima del tramonto per vedere i cuochi aprire bottega nel cuore piazza. Inoltre, nonostante l’apparenza, le bancarelle gastronomiche prevedono un utilizzo di ingredienti freschi, per cui il vostro stomaco non dovrebbe risentirne se vi lavate le mani prima di mangiare, se usate il pane al posto delle posate risciacquate sommariamente e se bevete solo acqua in bottiglia.

Dopo esservi accomodati su una panca, non dovrete far altro che godervi lo spettacolo: su quella che tutti chiamano ‘La Place’ c’è sempre grande animazione fino a oltre mezzanotte. I musicisti berberi suonano accanto ai chioschi dei dentisti, che mettono in mostra barattoli pieni di denti, non lontano da clown e pugili dilettanti che non promettono niente di buono. Alcuni degli intrattenimenti serali della Jemaa el-Fna non sono cambiati molto nel corso dell’ultimo millennio, come non farete fatica a notare osservando gli astrologi, i venditori di pozioni miracolose e gli spettacoli di danza del ventre.

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Il Jardin Majorelle nella Ville Nouvelle di Marrakech, Marocco ©saiko3p/Shutterstock
Il Jardin Majorelle nella Ville Nouvelle di Marrakech, Marocco ©saiko3p/Shutterstock

La ville nouvelle

Ma oltre alle bellezze tradizionali di Marrakech, la Ville Nouvelle (Città Nuova) è il luogo in cui dirigersi per farsi stupire dalla città. Ricca di parchi, animati caffè all’aperto, gallerie d’arte contemporanea e con i migliori bar e ristoranti da gourmet di Marrakech, Guéliz è il quartiere dello shopping e dell’arte contemporanea, mentre l’Hivernage è una zona residenziale esclusiva, delimitata a sud da vasti giardini, che conserva alcuni bellissimi edifici art déco.

Jardin Majorelle

Yves Saint Laurent ha donato il Jardin Majorelle a Marrakech, la città di cui s’innamorò nel 1960. Saint Laurent, insieme al compagno Pierre Bergé, acquistò il giardino e la villa nel 1980 con lo scopo di preservare al meglio la visione del proprietario originario, il botanico e pittore paesaggista Jacques Majorelle. Ancora oggi il giardino, una cosa da vero local di Marrakech, si presenta come una sorta di miraggio psichedelico in cui crescono trecento specie botaniche provenienti dai cinque continenti. Dopo la morte dello stilista, nel 2008, le sue ceneri vennero sparse qui e nel 2017 accanto al Jardin Majorelle è stato inaugurato il Musée Yves Saint Laurent de Marrakech, ormai affermato polo di design.

Dior ha invece scelto Marrakech per la sfilata che, ad aprile, presenterà la sua cruise collection 2020.

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Uno Slow Concept store a Guéliz, Marrakech ©Chris Griffiths/Lonely Planet
Uno Slow Concept store a Guéliz, Marrakech ©Chris Griffiths/Lonely Planet

Il giro delle gallerie d’arte di Guéliz

Il mercato dell’arte rivolto ai turisti privilegia ancora soggetti come le donne degli harem, gli uomini armati di moschetto e altri stereotipi orientalisti, ma nel quartiere di Guéliz, nella Ville Nouvelle, una nuova generazione di artisti sta dando mostra di grande talento e originalità. Il dinamico panorama artistico contemporaneo di Marrakech è lo specchio di una città al passo coi tempi.

Iniziate dal Passage Ghandouri, un vicoletto pieno di piccole gallerie. Fra queste segnaliamo la Matisse Art, dove hanno esposto le loro opere artisti locali come Aziz Abou Ali e Mahi Binebine. Attraversate poi la strada per visitare la Galerie Noir sur Blanc, dove una collezione permanente di talenti marocchini è integrata da mostre temporanee incentrate su artisti locali. Il personale molto preparato vi illustrerà la scena artistica di Marrakech.

Unitevi alla Guéliz più à la page rilassandovi con un caffè al Kechmara, dove di giorno vi aspetta un sottofondo di musica jazz, caffè forte e mostre d’arte contemporanea a rotazione. Concedetevi un peccato di gola alla Pâtisserie Al-Jawda: questa pasticceria è un’istituzione di Guéliz, una delle migliori della città per assaggiare i dolci tradizionali marocchini a base di fichi, acqua di fiori d’arancio, miele del deserto e altri ingredienti locali di stagione.

Puntate ora sulla Gallery 127, uno spazio industrial-chic che trovate salendo un grandioso scalone consunto dal tempo. La galleria espone fotografie contemporanee e d’epoca di autori internazionali. Le opere spaziano dal tema dei viaggi a soggetti più creativi e sono in vendita a prezzi ragionevoli. Dopo la visita, fate un giro in Blvd Mohamed Zerktouni per catturare lo spirito della moderna Marrakech in piena attività.

Alla David Bloch Gallery artisti di entrambe le sponde del Mediterraneo annullano i confini tra la calligrafia tradizionale e il graffito urbano con una serie di mostre temporanee. Qui potete vedere le opere di giovani artisti emergenti. Chiudete in bellezza con l’ultima generazione di grandi artisti marocchini alla Galerie Rê. In questo spazio etereo, sia la mostra permanente sia quelle temporanee presentano talenti emergenti di tutto il Nord Africa.

Il deserto di Agafay © Giulia Grimaldi / Lonely Planet Italia
Il deserto di Agafay © Giulia Grimaldi / Lonely Planet Italia
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Una fuga fuori città

Se l’insieme di stimoli della città vecchi e arte contemporanea si fa troppo pressante, bastano poche ore per fuggire in un luogo molto più calmo: la distesa lunare del Deserto di Agafay si trova quaranta chilometri a sud-ovest di Marrakech e, proseguendo per altri venti chilometri, s’incontra la località di Ouirgane, nell’Alto Atlante. Concedetevi un paio di giorni nella selvaggia bellezza del Marocco o, se il tempo è poco, appoggiatevi a chi organizza tour, ma attenzione alla scelta, o finirete imbottigliati tra le necessità di altri turisti. Un esempio sono le escursioni in mountain bike (Marrakech Bike Action fornisce anche biciclette con pedalata assistita, oltre che esperienza e simpatia) nel deserto di Agafay: pedalando tra canyon e foreste di eucalipti, vi addentrerete in vie semideserte dove sarete soltanto voi, al cospetto delle montagne.

I corridoi dell'hotel La Mamounia © Giulia Grimaldi / Lonely Planet Italia
I corridoi dell'hotel La Mamounia © Giulia Grimaldi / Lonely Planet Italia

Un’esperienza di lusso

Comunque decidiate di vivere Marrakech, difficilmente non resterete colpiti dalla sua frenesia, dal suo vorticoso e incessante flusso di colori, traffico e commerci. Ecco perché può essere il luogo giusto in cui concedersi una vera esperienza di lusso, pace e relax in pieno stile marocchino, seguendo l’esempio di Churchill, De Gaulle, Charlie Chaplin, Edith Piaf, Ray Charles e molti altri. Premiato come miglior hotel del mondo e miglior Spa del Marocco, La Mamounia è un’oasi di bellezza nel cuore della città. A partire dal giardino, donato al Principe Al Mamoun a fine Settecento come regalo di nozze, in cui passeggiare tra ulivi, aranci in fiore, buganvillea, palme e altre 1200 specie di piante fino a farvi ipnotizzare dal cinguettio dei passeri che vi porteranno lontano dal centro di Marrakech, tra sogni d’oriente e servizi impeccabili.

E nel palazzo vi sentirete protagonisti di una fiaba da jet-set, mentre sorseggerete un drink nelle sale arredate in stile arabo-andaluso con innesti di arte berbera o mentre vi farete coccolare nell’hammam dai rivestimenti tradizionali in Tadelakt, i pavimenti realizzati con le mattonelle tipiche di Fez, le decorazioni in Zellige e le piastrelle verdi Quermoud, che solitamente ricoprono le moschee ma che qui ricoprono i tetti dell’hotel.

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Marocco
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