Île de Gorée, eccellente meta in giornata da Dakar

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Dakar, una delle città più dinamiche dell’Africa occidentale, offre un inebriante connubio di spiagge baciate dal sole, mercati pittoreschi e locali notturni dove gente ben vestita si diverte al ritmo di mbalax per uscirne alle prime luci del giorno, quando nel paesaggio punteggiato di palme risuona il primo richiamo alla preghiera. La capitale del Senegal è anche la porta di accesso all’Île de Gorée, una pacifica isola tropicale che dista solo 3 km dai palazzi del centro.

Con le sue stradine sabbiose chiuse alle auto e gli edifici coloniali tappezzati di bougainvillee, quest’isola di 28 ettari contrasta nettamente con l’animazione urbana di Dakar ed è una meta ideale per un’escursione in giornata. Le sue case in tinte pastello, la spiaggia scintillante e gli incantevoli panorami hanno un innegabile fascino. Tuttavia la sua tranquillità nasconde un doloroso passato costruito sulla tratta degli schiavi – l'Île de Gorée è un monumento alle innumerevoli vittime che passarono di qui durante il periodo più drammatico dell'Africa.

La piccola spiaggia e i variopinti edifici coloniali dell’Île de Gorée contrastano nettamente con l’animazione urbana di Dakar © Tuul &Bruno Morandi /
La piccola spiaggia e i variopinti edifici coloniali dell’Île de Gorée contrastano nettamente con l’animazione urbana di Dakar © Tuul &Bruno Morandi /
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Storia dell’Île de Gorée

Grazie alla sua posizione strategica, l’Île de Gorée fu ambita dai primi coloni europei e cambiò di mano decine di volte nel corso dei secoli. L’isola fu localizzata nel 1444 dal navigatore portoghese Dinís Dias, il quale la chiamò ‘Palma’. Nel giro di alcuni anni i portoghesi istituirono una stazione commerciale e costruirono una chiesa e un cimitero. All’inizio del Seicento gli olandesi cacciarono i portoghesi, che però continuarono a combattere per il controllo dell’isola. Anche gli inglesi e i francesi si inserirono in questa contesa, in cui furono i francesi a imporsi alla fine del XVIII secolo.

Perché tante schermaglie per un’isola così piccola, per giunta priva di una fonte sicura di acqua dolce? Gorée era al centro delle brame europee per il controllo della tratta degli schiavi. Nonostante gli storici non concordino sul numero di prigionieri umani che transitarono dall’isola, Gorée rimase profondamente legata alla tratta degli schiavi dal 1536 al 1848, quando i francesi abolirono questa pratica.

Dopo la fondazione di Dakar nel 1857, l’Île de Gorée cominciò a perdere importanza e la sua popolazione subì un drastico calo. L’isola rimase per un secolo una sorta di angolo arretrato, anche se nel 1913 vi fu istituita un’importante scuola di formazione per insegnanti. Molti dei suoi allievi avrebbero in seguito contribuito a guidare la lotta per l’indipendenza del Senegal (che fu conquistata nel 1960). Nel 1944 il governo coloniale francese dichiarò l’isola sito storico e proibì la costruzione di nuovi edifici. Nel 1978 l’Île de Gorée fu inserita dall’UNESCO nell’elenco dei siti Patrimonio dell’Umanità.

La Maison des Esclaves e la ‘porta verso il nulla’ © bdinphoenix / Budget Travel
La Maison des Esclaves e la ‘porta verso il nulla’ © bdinphoenix / Budget Travel

La Maison des Esclaves

Prima dell’abolizione della schiavitù c’erano decine di posti dove gli schiavi africani venivano tenuti prigionieri prima di essere spediti nel Nuovo Mondo. La Maison des Esclaves è un tragico punto di riferimento per più di tre secoli di sofferenze. L’edificio, che risale al decennio 1780-90, è il più antico dell’isola, e sicuramente il più commovente. La casa, disposta su due piani, presenta una doppia scalinata curva che conduce al piano superiore, dove risiedevano i proprietari terrieri. Al piano inferiore ci sono le stanze minuscole e buie che fungevano da celle di detenzione. Ceppi di ferro, moschetti e altri manufatti fanno rivivere gli orrori del passato. Una ‘porta verso il nulla’ collegava le celle al punto di imbarco finale, dove uomini, donne e bambini innocenti venivano allontanati per sempre dalla loro terra. Anche se gli storici discutono ancora sul fatto se i prigionieri varcassero effettivamente questa porta, il suo toccante simbolismo ha emozionato molti visitatori dell’isola, tra cui Nelson Mandela, che fu commosso fino alle lacrime nel 1991. Tra gli altri visitatori famosi dell’isola vi furono Barack Obama, George W. Bush e Bill Clinton, oltre a papa Giovanni Paolo II, che chiese perdono per i missionari cattolici coinvolti nella tratta degli schiavi.

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Costruito intorno al 1850 per difendere il porto dell’isola, il Fort d’Estrées ospita oggi il Museo di Storia dell’IFAN © Antpun /Shutterstock
Costruito intorno al 1850 per difendere il porto dell’isola, il Fort d’Estrées ospita oggi il Museo di Storia dell’IFAN © Antpun /Shutterstock

Museo di Storia dell’IFAN

Sul lato nord dell’isola si trova il Fort d’Estrées, un’imponente cittadella costruita nel 1850 per difendere il porto. La fortezza non fu mai utilizzata in combattimento, ma fino al 1976 venne usata come prigione civile. Oggi le sue robuste mura sono la cornice di un piccolo museo storico del Senegal annesso all’Istituto Fondamentale dell’Africa Nera (IFAN) . L’esposizione copre un periodo che spazia dall’epoca paleolitica alla lotta per l’indipendenza dalla Francia nel XX secolo. Le sezioni più evocative sono quelle dedicate al ruolo svolto dall’isola nella tratta degli schiavi. All’esterno del museo ci sono le scale che salgono al muro perimetrale, dove la vista dei palazzi moderni di Dakar che si stagliano all’orizzonte vi riporta al giorno d’oggi.

Alla scoperta dell’Île de Gorée

A parte i monumenti che commemorano la tratta degli schiavi, sull’isola ci sono poche tracce del suo oscuro passato. Oggi l’Île de Gorée ospita una vivace comunità di artisti che creano splendidi dipinti, sculture e statuette. Pittori e artigiani lavorano all’aperto, e il mercato dell’artigianato che si tiene nella zona meridionale dell’isola offre un vasto assortimento di gioielli, maschere, cesti, tessuti e altri tesori. Da lì, risalendo la collina si raggiungono le rovine del Fort Saint-Michel, dove si possono trovare in vendita altri oggetti d’artigianato, oltre ad ammirare una magnifica vista panoramica sull’isola.

Dopo una camminata sotto il caldo sole del Senegal, potete rinfrescarvi con un bagno in mare. Il posto migliore per godersi un po’ di relax è la piccola spiaggia che si trova vicino al molo dei traghetti, dove c’è un chiosco che noleggia ombrelloni e sedie a sdraio. Quando vi viene fame, potete ordinare pesce, piatti alla griglia o specialità senegalesi da uno dei semplici ristoranti che danno sulla spiaggia. Tutti i piatti si accompagnano bene con una Gazelle ghiacciata, una dissetante lager senegalese.

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Le stradine pedonali fiancheggiate da case variopinte dell’Île de Gorée sono incantevoli da esplorare © Alex ADS / 500px
Le stradine pedonali fiancheggiate da case variopinte dell’Île de Gorée sono incantevoli da esplorare © Alex ADS / 500px

Île de Gorée: informazioni di viaggio

L’isola si raggiunge facilmente in traghetto dalla Gare Maritime, il principale terminal dei traghetti di Dakar, situata immediatamente a nord del quartiere di Plateau. La traversata dura 20 minuti e i traghetti salpano all’incirca ogni 90 minuti dalle 7.30 alle 22.30, con partenze più frequenti la domenica.

Anche se quasi tutti i visitatori raggiungono l’isola solo per una gita in giornata da Dakar, l’Île de Gorée offre molte sistemazioni invitanti. Villa Castel è un’incantevole guesthouse a basso impatto ambientale situata vicino al centro di Gorée. Con una breve passeggiata verso sud dalla Maison des Esclaves si raggiunge la Maison Augustin Ly, che offre camere ariose in una classica casa tappezzata di bougainvillee risalente al XVIII secolo.

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Destinazioni in questo articolo:

Senegal
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