In cammino con un asino sulle orme di Stevenson
Questo trekking nelle campagne francesi è una sfida, ma non sarete soli: ripercorrete il cammino di Robert Louis Stevenson seguendo l’andatura tranquilla di un asino.

A pochi chilometri da Le Puy-en-Velay, la chimera di percorrere il GR70, noto anche come Chemin de Stevenson, è già sepolta da qualche parte nella polvere sotto gli zoccoli dell’asino. L’asino che al momento si rifiuta di muovere un altro passo. Apparentemente immune ai vostri strattoni, fa due passi in avanti, per poi deviare dal sentiero e strappare un boccone d’erba. Ma di chi è stata l’idea? Non doveva esserci qualcosa nel creare un legame con l’asino e vedere i vulcani spenti, le dolci colline, le vaste praterie e le gole rocciose della Francia centrale? Il sospetto che sia impossibile raggiungere Alès in due settimane sembra diventare una certezza ogni secondo che passa. Come ci riuscì Robert Louis Stevenson? Non aveva il GPS o moderni scarponi da trekking, eppure scrisse un libro su questa impresa: Viaggio nelle Cévennes in compagnia di un asino.
Comunque oggi, quando l’asino finalmente acconsente a procedere, iniziamo a provare un senso di tranquilla fiducia. È forse la sensazione di un legame con una componente dimenticata del retaggio rurale? Questo è un modo antico di viaggiare, condividendo l’esperienza con un animale intelligente e talvolta testardo.
Vulcani e vallate
La cosa più difficile del Chemin de Stevenson è impostare il ritmo tra l’escursionista e l’asino. Ma una volta trovato, non c’è modo migliore per scoprire questo paesaggio. La prima delle quattro regioni distinte del percorso, il Velay, rivela vulcani inattivi dalle cime verdi che circa tre milioni di anni fa coprirono la regione di lava. Vicino a una linea regionale invisibile che separa il Velay dal Gévaudan si trova lo splendido villaggio di Pradelles, considerato uno dei più belli della Francia.
Qui i viaggiatori potrebbero scoprire la storia della ‘bestia del Gévaudan’, un animale simile a un lupo che si dice terrorizzasse la regione nel XVIII secolo. Di nuovo in cammino, prendendo spunto da Stevenson osservate il percorso con tutti i sensi. Nel Gévaudan predomina il suono dei torrenti e degli uccelli. Le praterie selvagge, le pinete e i pascoli punteggiati di rocce coperte di muschio sembrano assorbire qualsiasi altro rumore, tranne il raglio dell’asino al mattino, talmente potente da svegliare gli escursionisti assonnati più di una tazza di caffè.

La foresta
Stevenson trovò ospitalità tra le alte mura bianche dell’Abbaye Notre-Dame des Neiges, immersa tra foreste e campi. Gestita dai monaci fino al 2022, oggi è affidata a un gruppo di suore che mantengono viva la tradizione di ospitare i viaggiatori in cerca di riflessione spirituale o semplicemente di riposo. Ma i luoghi di culto e la meditazione non sono l’unico modo per acquisire maggiore consapevolezza. Lasciata l’abbazia, Stevenson si accampò in una foresta di pini e apprezzò talmente questa sistemazione da ringraziare la natura a modo suo lasciando del denaro sul terreno per il pernottamento.
Ampi panorami e cieli bui
Quando arriverete nella Lozère, probabilmente avrete adattato il passo al ritmo dell’asino, che in genere ha un’andatura un po’ più lenta di quella di un escursionista sportivo. Ma salendo sul Pic de Finiels, non è una cattiva idea prendersela comoda. Dalla cima, il punto più alto della Lozère (1699 m), nelle giornate limpide si possono vedere le Alpi in una direzione e il Mediterraneo in un’altra. E nelle notti serene il cielo è tempestato di stelle: il Parc National des Cévennes ha ottenuto il riconoscimento di International Dark Sky Reserve, che certifica le sue eccezionali possibilità di osservazione della volta celeste.

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La fine del percorso
Quando si scorge il villaggio di Saint-Jean-du-Gard, gli escursionisti potrebbero accorgersi di camminare ancora più piano del loro asino, poiché questo villaggio segna l’inizio della fine. Ripensando al percorso, potreste confondere i vostri ricordi di un determinato momento con la reazione dell’asino in quella occasione. Per esempio ricordare con affetto un particolare B&B non per la qualità del letto o la bontà della cena, ma per il campo rigoglioso in cui l’asino passò la notte.
L’impresa di percorrere il Chemin de Stevenson insieme a un asino potrebbe avere un gusto dolceamaro. Lo stesso Stevenson non rimase immune al legame che aveva instaurato con la sua asina, e racconta nel suo libro che si lasciò andare all’emozione quando la vendette alla fine del viaggio. Non stupitevi se verserete anche voi qualche lacrima al momento dell’addio.
Come organizzare il trekking sul Chemin de Stevenson
Come arrivare
Le Puy-en-Velay è servita da treni SNCF per/da Clermont-Ferrand (diretti) e Lione (un cambio). La stazione di Alès ha treni per Nîmes (diretti), Marsiglia (diretti) e Lione (un cambio).
Quando andare
Tra maggio e ottobre, ma tenete presente che in piena estate fa molto caldo e il sentiero può essere affollato.