Perché le Isole Faroe potrebbero essere una delle mete più interessanti della prossima primavera
Lassù in alto nella cartina, a metà strada tra l'Islanda e la Norvegia anche se fanno parte del Regno di Danimarca, le Isole Faroe sono una delle ultime frontiere d'Europa. In perenne lotta contro le invasioni moleste, che si tratti del turismo in eccesso o del Covid-19, hanno sempre dimostrato grande capacità di reazione e si candidano a essere una delle mete primaverili più intriganti dei prossimi anni. Anche perché i loro abitanti conoscono l'arte dell'accoglienza.
Il tema delle comunità è uno degli argomenti centrali di Best in Travel 2021, nel quale ci siamo impegnati e divertiti a profilare quelle che saranno le tendenze del turismo nell'anno che verrà, come l'accoglienza riservata ai visitatori da una comunità molto affiatata alle isole Faroe.
Maggio: il mese perfetto
Niente è uguale alla ‘Terra del Forse’, come è stato chiamato questo arcipelago subartico dal clima imprevedibile. Questo gruppo di 18 scogli basaltici che emergono dall’Atlantico del nord, è teatro di drammi umani e naturali, di scogliere a picco e grandi cascate, remoti villaggi di pescatori, fattorie dal tetto di erba e resti di insediamenti vichinghi.
A maggio, quando il clima è più secco e clemente, le Faroe si risvegliano dal letargo invernale, le attrazioni riaprono e gli uccelli migratori arrivano a milioni per riprodursi: pulcinella di mare, sule, gazze marine, fulmari, cormorani, gabbiani e urie. Avventuratevi nelle colonie di uccelli marini a Mykines e Vestmanna, passeggiate nel porto e nel centro medievale della piccola capitale Tórshavn e arrivate fino ai remoti insediamenti come Saksun, dove un affascinante museo-fattoria rivela quanto è stata difficile la vita dei faroesi negli ultimi secoli.
Più di ogni altra cosa godetevi le magnifiche vedute: svettanti faraglioni, brughiere elevate che risuonano al canto dei chiurli, villaggi sulla costa e sui fiordi e cascate roboanti. Probabilmente pioverà. Poi arriverà il sole. Poi la foschia. Poi un altro po’ di sole. E tutto sarà ancora più magico nel maggio delle isole.
Un piano per proteggersi dal troppo turismo
Le Faroe non sono solo un territorio selvaggio e bellissimo, ma anche un arcipelago molto attento alla propria tutela. Nel 2019 il governo delle isole ha adottato una misura straordinaria per difendersi dagli eccessi dell'overtourism, che minacciavano di avere effetti deleteri anche a queste latitudini. Dal 26 al 28 aprile le Faroe hanno vietato l'accesso ai visitatori stranieri. Gli abitanti hanno lavorato su base volontaria e si sono dedicati a ripristinare i sentieri del trekking, a controllare che le reti di sicurezza fossero in ordine e a preparare il terreno ai ritorno dei viaggiatori... probabilmente è stato un detox molto benefico per il loro sistema nervoso.
E un piano per arginare il Covid-19
Quasi un anno dopo la chiusura del 2019, i faroesi hanno dato nuovamente prova di grande abilità difensiva. Questa volta il nemico era ancora più insidioso, perché si trattava nientemeno che del Covid-19. Grazie all'aiuto offerto al governo da un veterinario locale specializzato nello studio e nella diagnosi dell'influenza dei salmoni, pesci il cui allevamento è alla base dell'economia locale, alle Faroe è stato realizzato nel marzo 2020 un piano che ha condotto a test capillari sulla diffusione del virus nella popolazione umana.
Questa efficienza, si è osservato, è stata possibile grazie alla pronta riconversione dei metodi di indagine virale del dottor Christiansen, il veterinario in questione, passando dall'esame dei pesci a quello degli umani. Tanta prontezza nel reagire alle avversità non ha impedito alle isole di vedere diffondersi il Covid-19, ma di sicuro ha contenuto notevolmente le perdite di vite , creando i presupposti per un ritorno del turismo nella primavera del 2021.
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Uno spiccato senso comunitario
Se ancora non siete convinti che qui sulle isole le idee siano piuttosto illuminate, questo racconto vi conquisterà. Nel 2018 venne inaugurato il municipio di Eysturkommuna, progettato dall'architetto danese Henning Larsen, allo scopo di servire i vicini villaggi di Gøta e Leirvík, sulla costa orientale delle Isole Faroe sull'isola di Eysturoy. E fin qui nulla di singolare.
L'aspetto veramente innovativo è che il municipio ha la forma di un ponte che collega due villaggi, contribuendo a ridare linfa vitale allo spirito comunitario. La costruzione è iniziata nel 2015 e il centro di 700 metri quadrati può ospitare ora mostre, conferenze, concerti e altri eventi municipali. Lo spazio ruota attorno a un tavolo circolare su un pavimento di vetro con vista sull'acqua sottostante (dove si possono osservare le trote) e la disposizione è stata ispirata dalle kivas, le camere cerimoniali dei nativi americani Pueblo.
Come arrivare e muoversi
L’unico aeroporto internazionale è a Vágar. Noleggiate un’auto o, se intrepidi, una bici: molte strade sono tranquille e le distanze relativamente brevi, anche se le colline sono ripide, i venti forti e i tunnel inquietanti.
Da non dimenticare: il clima cambia rapidamente e traghetti o elicotteri possono subire ritardi; meglio avere piani flessibili.