Maldive, immersioni e snorkelling. I migliori consigli per accedere a un paradiso sommerso.
Le Maldive sono sinonimo di felicità, ma il bello di queste isole è che benessere e appagamento non si limitano alla terraferma. Appena sotto il pelo dell’acqua le esperienze memorabili proseguono in un caleidoscopio di colori e forme di vita. Esplorare il mondo sommerso dell’arcipelago è davvero gratificante, sia per la varietà della fauna marina, sia per le garanzie di sicurezza che accompagnano ogni attività in mare. Con un aspetto da non sottovalutare: questo paradiso è aperto a tutti, dai sub più esperti a chi desidera ‘soltanto’ ammirare i fondali facendo snorkelling.
Immersioni: istruzioni per l’uso e siti da non perdere
Il grande parco acquatico allestito da madre natura nelle acque che lambiscono le Maldive non spicca soltanto per la qualità dei fondali, ma anche per la loro varietà. In genere i siti maldiviani rientrano in quattro ambienti, ognuno dotato di caratteristiche uniche e grandiose.
Il più celebre è la barriera corallina: dove il reef digrada verso le profondità marine, si trovano i punti più interessanti e ricchi di specie. Se siete venuti per incontrare il piccolo Nemo, il pesce pagliaccio reso celebre dalla Disney, sicuramente lo troverete qui. Poi ci sono i kandu, ovvero i canali che dividono le isole, le barriere coralline o gli atolli. Qui le forti correnti favoriscono la presenza di plancton, che a sua volta richiama gli squali balena. Si tratta di un habitat molto adatto anche ai coralli morbidi, creature del mare per le quali vige il mantra ‘guardare, ma non toccare!’. A proposito di coralli, la thila è una formazione che si erge dal fondale dell’atollo fino a 5-15 metri dalla superficie dell’acqua, mentre un giri, anch’esso costituito da coralli, arriva quasi a sfiorare il pelo dell’acqua. L’ultimo ambiente che incontrerete è l’unico nel quale l’uomo abbia un ruolo e, con una certa ironia per la nostra specie, è formato da numerosi relitti sommersi: a causa delle secche insidiose, nei fondali giacciono navi ricoperte di coralli, a volte affondate appositamente per… creare l’atmosfera.
Immergersi non è difficile e in linea di massima è alla portata di tutti, ma richiede attenzione e cautela. Le agenzie e i resort organizzano corsi di vario genere, dalle lezioni introduttive con immersioni in piscina o laguna ai corsi open water finalizzati al rilascio di un brevetto internazionale. Le sessioni di diving garantiscono uno standard elevato e attrezzature sempre aggiornate, con una particolarità che evidenzia l’elevata sicurezza che troverete alle Maldive: per immergersi è obbligatorio dotarsi di computer subacqueo, che potrete noleggiare con un spesa modica (da US$5 a US$10 per immersione).
Riguardo ai siti migliori, presto vi accorgerete che in paradiso le possibilità sono pressoché infinite. Dhidhdhoo Beyru è il posto consigliato per nuotare con gli squali balena: trovarsi a tu per tu con questi innocui e maestosi signori del mare procura emozioni che valgono il viaggio. Hammerhead Point, nell’atollo di North Ari, è il luogo più adatto per incontrare gli squali martello – l’unico difetto è che dovrete svegliarvi all’alba, perché questi pesci sono piuttosto mattinieri. Se cercate l’esperienza definitiva nella barriera corallina, invece, puntate su Helengeli Thila, uno dei migliori siti di immersione dell’atollo di North Male, ricchissimo di coralli e specie pelagiche.
La formula migliore per apprezzare tanta varietà è partecipare a un diving safari. Con una decina di altri sub salperete per una crociera tra gli atolli a bordo di imbarcazioni appositamente attrezzate. Potrete sostare presso i siti di immersione che preferite, visitare isole abitate e disabitate, trovare ormeggi isolati o dormire nelle cuccette.
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Snorkelling: il massimo della ricompensa con il minimo sforzo
Per vivere la gioia ineffabile dello snorkelling non occorre aver compiuto grandi imprese prima di approdare alle paradisiache Maldive: è sufficiente sapere nuotare. I colori dei pesci e dei coralli appaiono ancora più smaglianti nelle acque poco profonde, il che significa che sulle barriere coralline dell’arcipelago vi attendono spettacoli imperdibili.
Premesso che il piacere inizia poco dopo aver infilato la maschera, qualche indicazione su dove dirigervi sarà d’aiuto. Di solito un’isola è circondata da una laguna sabbiosa, che poi cede il passo a un fondale corallino (faru), una cintura di coralli vivi e morti in acque poco profonde. Ai margini del faru c’è un ripido declivio coperto di coralli che precipita verso acque più profonde. Questo declivio, che nelle isole-resort è chiamato ‘house reef’ (barriera locale), è la zona più indicata per lo snorkelling. A mano a mano che il fondale si abbassa si nota chiaramente il mutare dei tipi di coralli e di flora marina.
I resort migliori per lo snorkelling hanno accesso a una barriera corallina situata intorno all’isola, dove le acque profonde non distano troppo da riva. Di solito ci sono canali che si possono attraversare a nuoto fino a raggiungere la parete corallina esterna. Importante e non scontato: per evitare di graffiarvi o di danneggiare il corallo, utilizzate sempre questi passaggi, anziché cercare una via d’accesso attraverso il fondale corallino. Non dimenticate mai che lo spettacolo che vivrete va preservato per le future generazioni.