Spagna
Cadice
Il meglio per Carnevale, alta cucina e flamenco
Roberto Moiola / Getty Images
Spagna
Il meglio per Carnevale, alta cucina e flamenco
Il Carnaval di Cadice è la più grande festa annuale di Spagna: tra febbraio e marzo, dieci giorni di sfilate, fuochi d’artificio, canti e balli che travolgono la città, con oltre 300 murgas (gruppi musicali) locali. Portate con voi un costume e prenotate con largo anticipo, oppure fate base nella vicina El Puerto de Santa María, più tranquilla ma a portata di traghetto.
Da El Puerto, imbarcatevi su uno dei tanti battelli per Cadice e approfittatene per degustare sherry nelle storiche bodegas della zona. Se preferite qualcosa di più autentico, fermatevi alla Taberna La Manzanilla, nel cuore di Cadice, per un bicchiere di sherry spillato direttamente dalla botte.
Il vino qui va di pari passo con la cucina: si va dalle tapas classiche del Barrio de la Viña ai ristoranti fusion che animano Plaza Candelaria e Plaza de la Catedral, dove la tradizione incontra la sperimentazione gastronomica.
“In procinto di ospitare il suo Carnevale più esuberante nel 2026, l’edonistica Cadice – la città più antica d’Europa – ancora una volta riafferma la sua importanza nel XXI secolo. Molti visitatori sono attratti dalla festa più grande del paese, ma chi non si limita al Carnevale scopre un bel porto di mare con ottimi ristoranti, un’intensa scena di flamenco e vestigia di civiltà millenarie.
” — Anna Kaminski
Ma Cadice non è solo festa e sapori: la sua storia millenaria di porto mediterraneo affiora ovunque. Visitate il suggestivo Teatro Romano e il Yacimiento Arqueológico Gadir, dove strade fenicie e romane emergono illuminate da luci scenografiche. E, a sorpresa, questo porto antico vanta anche una collana di spiagge di sabbia bianca, ideali per rilassarsi dopo i festeggiamenti.
Assistete a uno spettacolo di flamenco tra veri intenditori alla Peña Flamenca La Perla. Oppure scegliete un tablao più turistico (ma non meno appassionato) come La Cava. Se il zapateado vi ipnotizza, gridate “¡Viva la máquina de escribir!”: un complimento d’altri tempi, nato quando il ritmo dei passi ricordava il ticchettio di una macchina da scrivere.