Due settimane in Belize: un itinerario tra acqua e terra

Redazione Lonely Planet
7 minuti di lettura

Adagiato tra le giungle dell’America Centrale da un lato e il Mar dei Caraibi dall’altro, il piccolo Belize invita a un viaggio che coniuga avventura e cultura. Questo itinerario vi permetterà di assaporare il meglio dei due mondi del Belize, la giungla e il mare, in sole due settimane

itinerario Belize
La spiaggia di Half Moon Caye, Belize ©urosr/Shutterstock
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Tra acqua e terra

La barriera corallina del Belize è la seconda al mondo per estensione dopo quella australiana, e con oltre 100 specie di coralli e circa 500 varietà ittiche è un vero paradiso per gli appassionati di snorkelling e immersioni: i primi nuoteranno nelle acque trasparenti, circondati da coralli, pesci e tartarughe, i secondi si spingeranno in profondità, alla scoperta di grotte e pareti sottomarine e del celebre Blue Hole. Se aggiungete la vita sui cayes sabbiosi, dove trascorrerete le giornate facendo kayak, windsurf e stand up paddling, oppure nuotando, pescando e dondolandovi nell’amaca, avrete la formula vincente di una perfetta vacanza tropicale. 

Nell’entroterra, una vasta rete di parchi nazionali e aree protette offre rifugio alla fauna locale, che va dalle industriose formiche tagliafoglie al tapiro di Baird, l’animale simbolo del Belize, e al giaguaro. Gli amanti del birdwatching potranno puntare il binocolo su circa 570 specie, che popolano le rive dei fiumi e delle lagune e la foresta di latifoglie. I visitatori attenti, avventurandosi in escursioni, riusciranno a scorgere la scimmia ragno, l’aluatta, il pecari, il coati, il paca e l’iguana verde. Anche il vistoso tucano sulforato, l’uccello nazionale del Belize, può fare ogni tanto un’apparizione. 

Snorkelling a San Pedro, Belize ©Jennifer Wan/EyeEm/Getty Images
Snorkelling a San Pedro, Belize ©Jennifer Wan/EyeEm/Getty Images

Prima settimana

Per molti visitatori, Ambergris Caye resta la quintessenza del paradiso tropicale, dove le giornate soleggiate scorrono tra cocktail alla frutta e sport acquatici. Le attività che si possono praticare qui sono semplici e piacevoli, come pedalare all’ombra delle palme da cocco lungo un sentiero a pochi passi dalla spiaggia battuta dal vento oppure fare snorkelling in acque cristalline. 

Nuovi resort sorgono incessantemente lungo la costa, ma i lembi più remoti dell’isola restano praticamente disabitati, e malgrado lo sviluppo eccessivo, San Pedro è riuscita a proteggere il suo bene più prezioso: la barriera corallina, che dista poco meno di un chilometro dalla costa. Se vi appassionano gli sport acquatici, questa città saprà conquistarvi con i suoi numerosi dive shop che organizzano uscite verso più di 35 siti, presso la costa o molto più distanti. 

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Il Blue hole e il Lighthouse Reef 

San Pedro è anche perfetta come base per immergersi nel Blue Hole e in altri atolli. Una meraviglia naturale di incomparabile bellezza, non sarà forse l’immersione migliore del Belize, ma certo è una delle più amate. Una pupilla azzurro intenso circondata da un bordo verde acquamarina e dalle sfumature ancora più tenui della barriera corallina, è ormai diventata uno dei simboli del Belize.

La voragine presenta al centro una colorazione azzurro intenso e in superficie descrive una circonferenza perfetta di oltre 300 metri di diametro. Si dice che raggiunga i 130 metri di profondità, di cui almeno 60 metri potrebbero essere pieni di limo e altri detriti naturali. 

Al Blue Hole si aggiungono altri fantastici siti di immersioni a Lighthouse Reef; tra questi il Painted Wall, così chiamato per la profusione di tunicati dalle variopinte livree che ne popolano le acque, l’Aquarium, che spesso segue l’immersione al Blue Hole, e il Cathedral, famoso per la straordinaria varietà di spugne. Ma il più sensazionale è probabilmente l’Half Moon Caye Wall, per la varietà di formazioni coralline che rivestono la parete, i canali e gli swim-through. Di particolare interesse è una colonia di gronghi giardinieri che occupa le flat vicine alla parete. 

Il Blue Hole, uno dei simboli del Belize ©Matteo Colombo/Getty Images
Il Blue Hole, uno dei simboli del Belize ©Matteo Colombo/Getty Images

Seconda settimana

Belize City 

Dopo una settimana di sole e divertimento, raggiungete Belize City, la capitale storica della nazione, motivo per trascorrervi un paio di giorni. Le strade incorniciate da edifici fatiscenti pullulano di personaggi pittoreschi che riflettono ogni sfaccettatura etnica del Belize, in particolare il gruppo sociale dei creoli. Lo scenario urbano è un mix di canali maleodoranti e baraccopoli sgangherate, ma anche di suggestive residenze coloniali, parchi sul lungomare, animate zone commerciali e barche a vela che beccheggiano alla foce dell’Haulover Creek. Potreste trovare Belize City pericolosa, ma di certo non monotona. 

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Una barca ormeggiata a Belize City ©Matyas Rehak/Shutterstock
Una barca ormeggiata a Belize City ©Matyas Rehak/Shutterstock

Belize Zoo

Poi è tempo di imboccare la George Price Hwy e andare verso il Belize Zoo, che accoglie e cura la fauna ferita della giungla. Tappa obbligata di ogni viaggio nel Distretto di Belize, ospita una varietà di fauna che difficilmente potrete vedere altrove: ci sono nove grassi tapiri (parenti beliziani del rinoceronte), paca, coati (una sorta di incrocio tra i procioni e le scimmie), are scarlatte, pecari labiati, puma e molti altri. 

Tuttavia, a distinguere davvero il Belize Zoo dagli altri è il fatto che la struttura e, in alcuni casi, anche i recinti dei singoli animali sono parzialmente aperti. Ciò significa che, di tutti gli animali che si vedono all’interno della struttura, quelli dietro i recinti sono una minima parte; i più arrivano direttamente dalla giungla circostante per mangiare, incontrare i loro fratelli in gabbia e magari scambiare due ‘chiacchiere’ con loro. 

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San Ignacio e le vestigia maya

San Ignacio rappresenta il cuore e l’anima del Distretto di Cayo, qui l’atmosfera è caratterizzata da una vivacità contagiosa, grazie anche all’animato mercato e al costante afflusso di immigrati che si mescolano alla popolazione della città, composta da mestizos, maya, garinagu e qualche spirito libero proveniente dall’Europa e dal Nord America. 

Da qui potrete esplorare grotte ricche di vestigia maya, come quelle di Actun Tunichil Muknal, meta di una delle escursioni più avventurose e indimenticabili che si possano fare in Belize. La visita guidata all’interno della grotta vi condurrà nelle profondità della Terra, in un luogo che gli antichi maya conoscevano come Xibalbá, il regno dell’oltretomba. 

Si inizia con una facile camminata di 45 minuti nella giungla lussureggiante e prosegue con il guado del Roaring Creek (i piedi vi rimarranno bagnati tutto il giorno). Davanti all’ampio ingresso, a forma di clessidra, dovrete indossare un casco dotato di torcia; l’entrata si raggiunge con un gelido tuffo in una pozza profonda (4,5 m da una sponda all’altra), quindi occorre saper nuotare. Poi seguirete la vostra guida all’interno della grotta, dove camminerete, vi arrampicherete e vi farete strada nell’oscurità per un’ora circa. 

Gigantesche, luccicanti formazioni rocciose faranno a gara per attirare la vostra attenzione, con le spesse stalattiti di carbonato di calcio che scendono dalla volta e con le colonne di stalagmiti che crescono dal basso. Infine, seguirete la guida fino a un grande varco, dove scorgerete centinaia di vasi e cocci di terracotta e alcuni resti umani. Uno dei reperti più impressionanti è rappresentato dai resti di una donna incrostati di calcite, da cui il nome Actun Tunichil Muknal (‘grotta del sepolcro di roccia’). Nell’ambiente principale della grotta dovrete togliervi le scarpe; indossate delle calze se non volete che il vostro sebo cutaneo rovini i reperti. 

A sud-ovest, vi sono le rovine del più grande e importante sito maya del Belize, Caracol. Situato sul Vaca Plateau, a circa 500 metri sul livello del mare, si ritiene che nel periodo di massimo splendore, intorno al 650 d.C., si estendesse su una superficie di oltre 180 kmq. Dal centro si irradiano 64 chilometri di strade rialzate interne che portano alle ampie plazas e alle zone residenziali, collegando tra loro le varie parti della città. Nel periodo di massima espansione, Caracol contava probabilmente 150.000 abitanti, più del doppio rispetto all’attuale popolazione di Belize City. Non potendo disporre di fonti d’acqua naturali, gli abitanti scavarono bacini artificiali per raccogliere l’acqua piovana e crearono così vasti campi terrazzati. L’area centrale della città era ricca di templi, palazzi, trafficate arterie, laboratori artigianali e mercati. Grazie alla sua ubicazione nella giungla e alla variegata avifauna, Caracol non è soltanto il sito archeologico più importante del Belize, ma è anche un luogo di grande interesse naturalistico. 

Gli scavi si concentrano soprattutto presso la Plaza A e la Plaza B. La struttura di maggior interesse è il Caana (Palazzo Celeste), nella Plaza B, che con i suoi 43 metri è a tutt’oggi l’edificio più alto del Belize! Il Caana fu costruito in fasi successive e completato intorno all’800 d.C. Comprende quattro palazzi e tre templi. Alcuni alti scalini, che si fanno sempre più stretti a mano a mano che si sale, conducevano con ogni probabilità agli appartamenti della famiglia reale, dove è stata riportata alla luce la Struttura B-19, sede della tomba più grande ed elaborata di Caracol. Salendo sulla cima del Caana potrete ammirare uno dei panorami più suggestivi di tutto il Belize. Scendendo, non mancate di visitare le tombe nascoste sul lato sinistro del retro del palazzo. 

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