Intervista a Aung San Suu Kyi

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Aung San Suu Kyi, vincitrice del Premio Nobel per la Pace e fiera oppositrice del governo birmano, è stata recentemente liberata dopo un lunghissimo periodo di arresti domiciliari iniziato nel 1989. Austin Bush, autore Lonely Planet, ha avuto l'opportunità di contattarla su Skype e di farle alcune domande che vanno dal nome del paese a ciò che i viaggiatori possono fare per aiutare il popolo birmano.

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Intervista a Aung San Suu Kyi

LP: prima di tutto: per la nostra guida abbiamo deciso di mantenere entrambi i nomi del paese, Myanmar (Birmania). Lei quale preferisce?

ASSK: io preferisco Birmania, perché il nome fu cambiato [dal governo] senza consultare la volontà popolare.

LP: in passato lei si è detta sfavorevole ai viaggi nel paese da parte di visitatori internazionali. Negli ultimi tempi, però, ci è parso che la sua posizione sia più sfumata. Qual è oggi la sua opinione? Pensa che i viaggiatori possano contribuire a sostenere la democrazia?

ASSK: noi del NLD [National League for Democracy, il principale partito di opposizione] abbiamo assunto una nuova posizione sei o sette mesi fa. Non siamo favorevoli a gruppi di turisti, ma non ci dispiace che viaggiatori indipendenti visitino il paese. I viaggiatori, infatti, possono recare beneficio alla Birmania se interpretano il viaggio nel modo giusto, per esempio ricorrendo a strutture e servizi in cui operano persone comuni ed evitando quelli legati al governo. Se i turisti faranno lo sforzo di accogliere le esigenze di chi lotta per la democrazia, la loro sarà un'azione utile.

LP: perché così tante zone del paese sono off-limits per chi viaggia? Pensa che la situazione cambierà nel breve periodo?

ASSK: non ne sono certa. Lungo i confini le restrizioni dipendono dal rischio di nuovi conflitti. Inoltre, nelle aree remote non esistono strutture in grado di accogliere i viaggiatori.

LP: per molti viaggiatori Yangon (Rangoon), l'ex capitale della Birmania, sembra un luogo sospeso nel tempo. Lei è cresciuta qui e può dirlo: come è cambiata la città negli anni? Qual è il suo luogo preferito?

ASSK: non ho notato molti cambiamenti dall'inizio degli arresti domiciliari. Certo, oggi molte persone usano i cellulari, cosa che non avveniva anni addietro. Ma le strade e le case sembrano le stesse... ed è passato molto tempo dall'ultima volta che ho potuto esplorare Yangon. Lo Shwedagon (lo stupa dorato che domina la città) è molto importante, così come lo è anche la pagoda di Sule, ma in realtà io passo buona parte del mio tempo nell'ufficio dell'NLD.

LP: suo padre, il Generale Aung San, è considerato da molti l'artefice dell'indipendenza birmana. Il museo a lui dedicato (e ospitato nella sua residenza) rischia di essere chiuso. Ne conosce il motivo?

ASSK: non credo che il governo voglia spingere le persone a visitarlo. Non c'è interesse a ricordare la figura di mio padre. Da una decina d'anni non è consentito esporre suoi ritratti negli uffici pubblici, forse per evitare l'associazione tra noi due e forse per la concezione che mio padre aveva dell'esercito.

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