In viaggio tra le mille colline del Ruanda
Grande poco più del Piemonte, incastonato nel cuore dell’Africa orientale, il Ruanda si trova fra Repubblica Democratica del Congo, Uganda, Tanzania e Burundi. Conosciuto come “il paese delle mille colline” e da molti definito “la Svizzera del continente nero”, riserva molte sorprese per un viaggiatore curioso. Ad esempio il divieto di utilizzo di sacchetti di plastica – non vi stupite se vi verranno requisiti all’aeroporto. - Ma le motivazioni per visitare questo piccolo e incredibile paese nel cuore dell’Africa sono moltissime. Prime fra tutti i gorilla, poi il lago Kivu, i parchi naturali, la capitale vivace Kigali, le zone rurali e i moderni lodge eco sostenibili.
Virunga mountains gorilla
Sono circa 1000 gli esemplari di gorilla allo stato libero, in leggero aumento rispetto agli ultimi anni grazie ai programmi di conservazione, finanziati anche dal turismo. Ogni anno, infatti, migliaia di turisti visitano otto famiglie di gorilla che vivono sui monti Virunga e che sono ormai abituate a questi strani animali armati di macchine fotografiche, smartphone e telecamere. Pur essendo assolutamente allo stato libero, tollerano la presenza umana. Certo, ci sono alcune regole da seguire e il trekking non è sempre facile e bisogna avere pazienza, ma alla fine ne sarete soddisfatti. Alcune volte bastano un paio di ore di cammino, altre volte bisogna inoltrarsi nella foresta anche per mezza giornata prima dell’emozionante incontro. È un’esperienza unica vedere così da vicino questi grandi mammiferi, così simili a noi.
Tutto ciò è stato reso possibile grazie a una donna che ha sacrificato la sua vita in difesa di questa specie: Dian Fossey, la prima ricercatrice che per vent’anni è vissuta su queste montagne, dal 1965 fino al 27 dicembre del 1985, quando è stata barbaramente uccisa dai bracconieri. L’esperienza di Dian Fossey è conosciuta in tutto il mondo, tanto che il cinema le ha dedicato un film di enorme successo, Gorilla nella nebbia con Sigourney Weaver.
Molti turisti, ancora oggi, a quasi 35 anni dalla sua morte, si arrampicano sui monti Virunga solo per andare a visitare il campo dove la naturalista aveva la sua base, a duemila metri di altezza, nel cuore della foresta. Anche questo è un trekking interessante che vi farà rivivere per qualche ora l’epoca delle grandi esplorazioni. Digit è stato il primo gorilla a lasciarsi avvicinare da Dian. Oggi è seppellito qui, insieme agli altri esemplari con cui la naturalista ha vissuto i suoi anni migliori.
I viaggiatori che vogliono fare qualcosa di più per questi splendidi animali, possono visitare il Gorilla Veterinary Project, che si occupa di salvare e reintegrare in natura i gorilla rimasti orfani per il bracconaggio provenienti dalla pianura orientale (Grauer), dall’Uganda e dalla Repubblica Democratica del Congo. La salute e il benessere di ogni singolo gorilla sono vitali per la sopravvivenza della specie.
Preparatevi al primo incontro con i gorilla soggiornando al Bisate Lodge, una nuova struttura eco-compatibile che ha sviluppato un modello di eco-turismo responsabile con obiettivi precisi: la salvaguardia ambientale, l'empowerment della popolazione locale e l'esperienza dei viaggiatori. Le capanne in paglia dotate di ogni comodità e mimetizzate nella folta vegetazione, costruite con materiale a chilometro zero, sono il luogo ideale per godersi tutta la meraviglia dei suoni e dei profumi della foresta.
Un'esperienza diversa la si vive al Virunga Lodge, situato a circa un'ora dal quartier generale del Parco, uno dei luoghi più spettacolari dell'Africa, situato in cima ad una cresta che domina i laghi gemelli di Burera e Ruhondo.
Da non perdere è la visita e la navigazione sul lago Kivu, che segna il confine fra il Ruanda e la Repubblica Democratica del Congo. Questo immenso bacino d’acqua, oltre a offrire panorami mozzafiato, nasconde un giacimento di metano che potrà garantire grandi quantità di energia al Paese. La sfida più impegnativa, sarà capire come usare queste risorse senza devastare l’ambiente.
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Kigali, la capitale
La capitale, Kigali, è una delle città Africane più in fermento del momento. Negli ultimi dieci anni sono stati tantissimi i cambiamenti: nuovi quartieri, viabilità e piste ciclabili, giardini e aiuole perfettamente ordinate e un nuovo centro città con lucenti grattacieli di cristallo. Tutto questo rientra in un piano nazionale che prende il nome Vision 2020 e che prevede un forte ammodernamento di tutta la nazione, con connessione a internet anche negli angoli più remoti del paese, sostegno alle famiglie rurali, servizi per i contadini, scolarizzazione, servizi sanitari, ricerca scientifica.
In Ruanda è ancora vivo il ricordo del genocidio del 1994, che in soli tre mesi fece quasi un milione di morti. Un viaggiatore attento non può non fermarsi per una visita al memoriale di Gisosi, per capire meglio cosa sia successo in quei terribili giorni. Il Ruanda è disseminato di memoriali, nella speranza che un paese che conserva la memoria non commetterà due volte gli stessi errori.
Parco Nyungwe
Dopo aver visitato la capitale e mangiato nei caratteristici locali (provate le brochettes de chèvre), è tempo di tornare nella natura.
Affacciate sul lago Kivu ci sono le montagne del Parco Nyungwe. le più alte del Rwanda, che sfiorano i tremila metri d’altezza. Qui vive un gruppo di circa 60 scimpanzé.
Con un trekking di circa un’ora e un po’ di fortuna, potreste incontrarli già verso le 10 del mattino , quando scendono dagli alberi per proteggersi dal caldo nella bassa vegetazione della boscaglia e iniziare le loro interessanti relazioni sociali.
Il Nyungwe Forest Lodge è sicuramente il miglior punto di partenza per questo trekking. Situato nel sud-ovest del Ruanda, il lodge si affaccia su una piantagione di tè e sulla vasta foresta, circondato dai suoni di centinaia di specie diverse di uccelli.
È un posto di lusso, per chi durante il viaggio cerca anche un momento per rigenerarsi prima di immergersi nuovamente nella natura selvaggia.
Akagera National Park
Il territorio della più grande riserva nazionale del Ruanda, il Parco Akagera, è stato ridotto di due terzi per fare spazio alle attività dell’uomo. Ma negli ultimi anni sta tornando a nuova vita, grazie anche alla reintroduzione di tutti i big five. Ma oltre ai leoni, elefanti, coccodrilli, nel parco Akagera si possono ammirare oltre 500 specie di uccelli e nel bel mezzo del parco vi è un lago dove vivono vari branchi di ippopotami. Questo lago, in lingua locale, viene chiamato Ihema, che vuol dire tenda. Il nome deriva da un’antica storia, secondo cui l’esploratore inglese Stanley, nel 1875, andando alla ricerca delle fonti del Nilo avrebbe montato qui il suo accampamento durante una sosta del suo viaggio.