Gli ultimi cacciatori d'aquile della Mongolia

Redazione Lonely Planet
4 minuti di lettura

Per secoli, nella remota regione degli Altai, nella Mongolia occidentale, comunità nomadi hanno tramandato di padre in figlio l’antica tradizione kazaka della caccia con l'aquila reale. Conosciuti come búrkitshy, i cacciatori di aquile sono famiglie nomadi che vivono nella remota provincia di Bayan-Ulgii. Durante i mesi estivi, queste famiglie si spostano in cerca dei pascoli freschi per nutrire il loro bestiame, mentre durante l'inverno, quando la pelliccia delle loro prede è più spessa, approfittano della neve per cacciare con le loro aquile reali. Il fotografo Cristoforo Perrone ha raccontato la loro vita nel progetto The Last Eagle Hunters of Mongolia ("Gli ultimi cacciatori di aquile della Mongolia").

cacciatori d'aquile Mongolia
Il progetto “The Last Eagle Hunters of Mongolia” © Cristoforo Perrone
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Cristoforo negli ultimi due anni ha viaggiato più volte in Mongolia con l'obiettivo di documentare la straordinaria vita dei cacciatori di aquile e vivere in prima persona la loro affascinante cultura. 

Queste comunità nomadi sono colpite da una serie di problematiche che mettono a rischio il loro futuro. Condividendo queste immagini con il mondo, Cristoforo ha voluto contribuire a valorizzare la loro cultura e a incoraggiare le future generazioni di queste comunità a proteggere il loro patrimonio culturale. 

Queste comunità nomadi sono colpite da una serie di problematiche che mettono a rischio il loro futuro © Cristoforo Perrone
Queste comunità nomadi sono colpite da una serie di problematiche che mettono a rischio il loro futuro © Cristoforo Perrone

Un forte legame

Il legame tra cacciatore e aquila inizia nel momento in cui i cacciatori catturano gli aquilotti dal loro nido mentre la madre è alla ricerca di cibo. Solo gli esemplari femminili sono utilizzati per il processo di caccia, in quanto sono naturalmente più grandi del 20% rispetto agli esemplari maschili (con un'apertura alare che può arrivare ai 2,5 metri) e cacciatrici più feroci. Un altro modo, considerato ancora più efficace, per catturare una giovane aquila è quello di piazzare una trappola e utilizzare uccelli più piccoli (di solito falchi) per attirare l'uccello.

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Ritratto di uno degli ultimi cacciatori di aquile © Cristoforo Perrone
Ritratto di uno degli ultimi cacciatori di aquile © Cristoforo Perrone

Prima di poter cacciare con le aquile, i rapaci vengono addestrati per anni. L’addestramento comprende una serie di esercizi che con gli anni formeranno un rapporto molto intimo tra cacciatore e aquila. Anche se questi uccelli possono vivere fino a venticinque anni, i cacciatori le tengono per circa dieci: quando arriva il momento, l'aquila viene rilasciata per vivere i suoi ultimi anni in natura, dove si spera si riprodurrà, assicurando il futuro della sua specie.

I cacciatori iniziano il loro addestramento a tredici anni. Prima di raggiungere questa età, i giovani cacciatori non avrebbero la forza necessaria per poter tenere il rapace sul loro braccio. A volte però, prima dei tredici anni, viene regalato ai bambini un falcone (essendo molto più piccolo e leggero) cosi da insegnare loro già da piccoli come prendersi cura di un uccello.

A volte viene regalato ai bambini un falcone pr insegnargli già da piccoli come prendersi cura di un uccello © Cristoforo Perrone
A volte viene regalato ai bambini un falcone pr insegnargli già da piccoli come prendersi cura di un uccello © Cristoforo Perrone
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La caccia

La caccia avviene all'alba nelle vette più alte di queste valli. I cacciatori camminano in piccoli gruppi di tre persone, portando le loro aquile in alto sulle montagne in modo che possano scansionare le valli sottostanti alla ricerca di volpi, gatti selvatici, lepri e altri animali.

Un volta arrivati sulle cime, i cacciatori più esperti raggiungono i punti più alti, mentre gli altri aspettano a valle nel caso in cui la preda fuggisse nella loro direzione, così da aumentare la probabilità di catturare la preda.

I cacciatori camminano in piccoli gruppi di tre persone raggiungendo le vette più alte © Cristoforo Perrone
I cacciatori camminano in piccoli gruppi di tre persone raggiungendo le vette più alte © Cristoforo Perrone

Una volta che il cacciatore avvista un animale, viene tolto il caschetto protettivo dalla testa dell'aquila (che viene usato per calmarla) e la rilascia. Il cacciatore inizia a echeggiare in un suono caratteristico, così che l'aquila capisca che è il momento di caricare.

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Una volta che il cacciatore avvista un animale è il momento di rilasciare l'aquila © Cristoforo Perrone
Una volta che il cacciatore avvista un animale è il momento di rilasciare l'aquila © Cristoforo Perrone

Se la caccia finisce per avere successo, il cacciatore scuoia la volpe e usa la sua carne per nutrire l'aquila, mentre la pelliccia viene utilizzata per fabbricare indumenti caldi o viene venduta per avere soldi per comprare beni di prima necessità e sostenere così le famiglie durante i duri mesi invernali.

La cultura dei cacciatori di aquile è in via di estinzione © Cristoforo Perrone
La cultura dei cacciatori di aquile è in via di estinzione © Cristoforo Perrone
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L'estinzione

Quella dei cacciatori di aquile è purtroppo una cultura in via di estinzione. Si stima che in Mongolia ci siano rimasti circa 200 cacciatori.

Le comunità nomadi della Mongolia vivono ogni giorno problematiche che mettono a rischio il futuro della loro cultura © Cristoforo Perrone
Le comunità nomadi della Mongolia vivono ogni giorno problematiche che mettono a rischio il futuro della loro cultura © Cristoforo Perrone

Le comunità nomadi della Mongolia vivono ogni giorno una serie di problematiche che mettono a rischio il futuro della loro cultura. Le stagioni stanno diventando sempre più instabili portando a inverni più duri, con temperature che scendono a meno 50 gradi centigradi. Spesso questo significa che bestiame e cavalli muoiono congelati durante la notte. Il riscaldamento globale è anche la principale causa della desertificazione. I mesi estivi, con poche precipitazioni, lentamente deteriorarono la prateria trasformandola in un deserto. I nomadi sono quindi obbligati a muoversi più spesso in cerca di praterie per poter sfamare il loro bestiame.

Anche il turismo indiscriminato ha svolto un ruolo importante nel mettere in pericolo il futuro di queste tribù etniche. Mi è stato spiegato dalla famiglia di cacciatori che visito quando viaggio in Mongolia come ora alcuni cacciatori scelgano di usare le loro aquile per guadagnare posando per i turisti o solo per partecipare al festival che si svolge ogni anno a Olgii.

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Alcuni cacciatori oggi scelgano di usare le loro aquile solo per posare per i turisti © Cristoforo Perrone
Alcuni cacciatori oggi scelgano di usare le loro aquile solo per posare per i turisti © Cristoforo Perrone

Il festival delle acquile

Il festival delle aquile avviene la prima settimana di Ottobre a Olgii. Tutti i cacciatori della provincia si riuniscono per celebrare il loro patrimonio culturale e competono mostrando le loro abilità di addestratori e l'agilità dei loro uccelli. Alla fine del festival vengono assegnati premi per la velocità, l'agilità e la precisione, oltre che per il miglior abito tradizionale Kazako. Il festival si è tenuto per la prima volta nel 1999. Da allora, il suo crescente successo ha contribuito a cambiare le tradizioni, spingendo ogni anno più cacciatori a usare le loro aquile come esposizione fotografica per i turisti invece che per la caccia stagionale.

Il festival delle aquile avviene la prima settimana di Ottobre a Olgii © Cristoforo Perrone
Il festival delle aquile avviene la prima settimana di Ottobre a Olgii © Cristoforo Perrone
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