Guida per un viaggio via terra in Uruguay
Stretto tra due colossi, l’Argentina e il Brasile, il compatto Uruguay (secondo paese più piccolo del Sud America) è politicamente ed economicamente stabile, un luogo pacifico e perfetto per un'avventura via terra in totale autonomia. Grazie a strade in buone condizioni, automobilisti attenti e, al di fuori dell’alta stagione, poco traffico, potrete esplorare le sue lunghissime coste e le sconfinate pampas al vostro ritmo. Ecco alcune delle principali attrattive del paese.
Maldonado: mare…
Uscite dal Carrasco International Airport di Montevideo e andate direttamente in spiaggia. Con un breve tragitto di due ore in direzione est arriverete alla tranquilla La Barra e a Casa Zinc, in stile retrò-chic, che dispone di sei camere arredate con mobili vintage e recuperati dai mercatini delle pulci. Qui potete trascorrere qualche giorno esplorando spiagge deserte, facendo surf a Playa Bikini, gironzolando tra i negozi di antiquariato di La Barra, curiosando nei negozi di design della vicina Manantiales e cenando in quieti ristoranti, come il rustico El Chancho y La Coneja.
A dieci minuti di automobile verso ovest, oltre il ponte ondulato sul Rio Maldonado, i grattacieli della sfavillante Punta del Este la rendono simile a una Miami in miniatura e in dicembre e gennaio i bar, le discoteche e le spiagge sono frequentati da argentini e brasiliani benestanti.
Soli 30 minuti a est si trova José Ignacio, un ex villaggio di pescatori dall’atmosfera bohèmien privo di grandi resort, rumorosi nightclub o centri commerciali: qui, infatti, ci sono solo vaste spiagge punteggiate di case lussuose, sorvegliate da un pittoresco faro. In alta stagione vi giungono celebrità in incognito, che frequentano le raffinate boutique, le gallerie d’arte e i ristoranti temporanei gestiti da famosi chef, ma nel resto dell’anno José Ignacio è un luogo dove rilassarsi e rimpinzarsi di pesce – provate il Parador La Huella, sul lungomare.
… e monti
Da Manantiales, dirigetevi a nord verso la Fundación Pablo Atchugarry, un parco di sculture (a soli dieci minuti dalla costa) creato da uno degli artisti più noti dell’Uruguay. Se siete fortunati, magari vi capiterà di vedere Atchugarry mentre scolpisce una delle sue imponenti opere.
Altri 50 minuti a nord-est s’incontra il pacifico abitato di Garzón, circondato dalle pampas, che è stato trasformato da cittadina fantasma a meta prediletta dei buongustai dal leggendario chef argentino Francis Mallmann: l’ex emporio è oggi un locale pieno di atmosfera, il Restaurante Garzón, che dispone anche di alcune camere. Anche se non pernottate qui, la cena merita la spesa. Il menu esalta i prodotti regionali e tutto – dall’insalata con arance tostate alla meravigliosa costata di manzo e persino i cocktail – è cucinato alla fiamma. Grazie alle iniziative di Mallmann, nel villaggio stanno spuntando gallerie d’arte contemporanea e spazi creativi, insieme ad altre attività come l’equitazione, il birdwatching e le escursioni in bicicletta.
Proseguendo per 30 minuti da Garzón (un tratto di strada è piuttosto tortuoso e dissestato) si giunge a un edificio di pietra lungo e basso che ospita la nuovissima azienda vinicola Bodega Garzón. Fate una visita guidata con degustazione (in Uruguay vige la politica della tolleranza zero per la guida in stato di ebbrezza, perciò ricordatevi di scegliere un guidatore che si asterrà dal bere), oppure pranzate nel ristorante ‘dalla fattoria al piatto’ dell’azienda, e sorseggiate un bicchiere di vino in terrazza ammirando la distesa di vigneti. Non dimenticatevi di assaggiare il Balasto, un blend che comprende il vitigno più diffuso in Uruguay, il tannat.
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La rilassata capitale
Ed eccovi di ritorno a Montevideo: la capitale si profila all’orizzonte dopo due ore e mezzo di viaggio in direzione ovest lungo strade quasi deserte, tra campi e mandrie di bestiame. (Una curiosità: in Uruguay le mucche sono quasi quattro volte gli abitanti). Delimitata dalle placide acque del Río de la Plata, questa città dalle dimensioni contenute e facile da esplorare fu fondata nel 1726 dagli spagnoli e conserva tuttora un’atmosfera più europea che latino-americana.
Nella Ciudad Vieja, i moderni grattacieli dalle grandi vetrate svettano accanto alle facciate in stile art déco e ai sontuosi palazzi coloniali. La Cumparsita, il tango più celebre del mondo, è degnamente celebrato nel Museo del Tango, che ha sede nell’imponente Palacio Salvo in Plaza Independencia. Il vivace Mercado del Puerto, vicino al porto, è uno sfondo perfetto per un pranzo gustato senza fretta – magari con un’insalata di polpo e una corvina appena pescata – in uno dei ristoranti con veranda che nel fine settimana brulicano di gente del posto e turisti.
L’Uruguay e l’Argentina litigano su chi ha inventato il tango, sul modo migliore per bere l'erba mate e su chi cucina il dulce de leche (un dolce che dà assuefazione) più buono, ma i ritmi contagiosi dei batteristi candombe sono solo uruguaiani; risalgono infatti alla metà del XVIII secolo e all’arrivo degli schiavi africani. Il candombe si può ascoltare intorno al porto, quando giunge una nave da crociera, o nel quartiere di Palermo quando i gruppi chiamati comparsas scendono in strada per esercitarsi. Le comparsas svolgono un ruolo importantissimo nel pittoresco carnevale di Montevideo, che dura 40 notti a partire dal 24 gennaio, con sfilate in costume durante Las Llamadas.
Dopo la visita, imitate gli abitanti di Montevideo e andate in spiaggia – Pocitos è una delle più popolari – oppure a passeggio, a fare jogging o in bicicletta lungo la Rambla, che si snoda per 23 chilometri sul lungomare.
La storica Colonia
Colonia del Sacramento, la città più antica dell’Uruguay, si trova 180 chilometri a ovest di Buenos Aires, oltre il vasto Río de la Plata dalle acque color tè. Fondata dai portoghesi nel 1680, la città passò dal dominio portoghese a quello spagnolo e viceversa per decenni, e oggi il suo pittoresco centro storico - il Barrio Histórico dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO - sfoggia graziose piazzette alberate sulle quali si affacciano caffè dove osservare piacevolmente il via vai, e una passeggiata lungo il fiume dove ammirare il tramonto in prima fila.
La Posadita de La Plaza nella piazza principale ha quattro camere ed è una fantastica base di partenza per esplorare la città: Eduardo Alvares Boszko – fotografo, collezionista e simpatico ospite brasiliano – ha riempito questo originale B&B con un curioso assortimento di oggetti vintage provenienti da tutto il mondo.
Esplorate i ruderi del seicentesco Convento de San Francisco, poi salite un centinaio di scalini fino al suo faro del XIX secolo per ammirare il magnifico panorama. Non mancate di attraversare il Portón de Campo, la porta settecentesca della città (ricostruita) con il suo ponte levatoio in legno, e prendetevi il tempo di gironzolare senza meta nelle viuzze pedonali in acciottolato. E se poi vi viene appetito, andate sul lungofiume al Charco Bistró, o a La Bodeguita per un chivito (ricco panino uruguayano con carne).
Terminate il vostro itinerario ritornando a Montevideo, oppure, se siete in vena di altre avventure, lasciate l’auto a Colonia e prendete un traghetto di Colonia Express o Buquebus fino a Buenos Aires, che dista soltanto 45 minuti di viaggio ma sembra trovarsi addirittura in un altro mondo.
E adesso fatelo veramente!
Presso il Carrasco International Airport di Montevideo ci sono diversi autonoleggi, tra cui Avis, Budget e Hertz. I conducenti devono aver compiuto 23 anni ed essere in possesso della patente di guida da almeno due anni. Si possono richiedere anche automobili con cambio automatico; inoltre consigliamo il GPS. Pagando un supplemento di solito è possibile ritirare il veicolo in una città e riconsegnarlo in un’altra.