7 cose da non perdere alle Isole Cook
Le Isole Cook, 15 minuscole isolette disseminate su due milioni di chilometri quadrati di oceano, sono al tempo stesso lontane e accessibili, moderne e tradizionali. Rarotonga è pienamente lanciata nel XXI secolo, con i suoi caffè, il nascente panorama gastronomico e il piccolo scenario di bar e locali notturni, ma poco lontano dal turismo e dalla modernità è ancora ben viva la cultura tradizionale, saldamente ancorata ai valori polinesiani e alla storia tramandata oralmente. E per guidarvi in questo paradiso tra isole disabitate e fermento locale ecco 8 cose da non perdervi alle remote Cook.
1. Snorkelling, kayak o paddleboard nelle acque azzurre della Muri Lagoon di Rarotonga
Con i suoi quattro motu (isolotti), Muri è la parte più bella della laguna che circonda Rarotonga. Le acque azzurre pullulano di pesci tropicali, specialmente attorno ai motu (Taakoka, Koromiri, Oneroa e Motutapu) e verso la barriera corallina. Taakoka è vulcanico, mentre gli altri sono banchi di sabbia: nuotare sospesi sopra queste distese di un bianco abbagliante è davvero meraviglioso. A Muri, Captain Tama’s e Koka’s Lagoon Cruises offrono il noleggio di attrezzature per sport acquatici e organizzano a crociere nella laguna. Altri spunti di interesse sono il kitesurf, il paddleboard e i buoni ristoranti.
2. Il Cross-Island Track e i sentieri nelle vallate di Rarotonga
Il centro montuoso dell’isola è attraversato da numerosi sentieri. La camminata più interessante è il Cross-Island Track, ma ce ne sono molte altre da scoprire. Indossate indumenti leggeri e traspiranti e scarponi robusti e non dimenticate di verificare le condizioni meteo prima di mettervi in cammino. Informate qualcuno sulla vostra destinazione e sull’ora prevista per il rientro.
Il Cross-Island Track è la camminata più famosa di Rarotonga e taglia in due l’isola dalla costa settentrionale a quella meridionale, passando per il Te Rua Manga e attraversando uno scenario naturale di incredibile bellezza. Non è consigliabile percorrerla in direzione sud-nord, perché le probabilità di imboccare una strada sbagliata sono molto più elevate.
L’ufficio turistico consiglia agli escursionisti di partecipare a un’escursione guidata, ma è possibile percorrere l’itinerario anche da soli. Seguite con attenzione i segnavia color arancio e scrivete il vostro nome e i dati personali nell’‘intention book’ all’inizio del percorso.
3. Pesce fresco al mercato di Rarotonga
Il Punanga Nui Market è il posto in cui comprare frutta e verdura fresche, pesce, spuntini cotti alla griglia, pane fresco e cibo tradizionale polinesiano. Tra le leccornie da scoprire menzioniamo gli ottimi smoothie alla frutta e il caffè; non perdetevi il banco che vende panini al maiale arrosto con salsa di miele e una deliziosa meringa al limone. Da provare anche la limonata allo zenzero fatta in casa.
Alcune specialità locali di cui andare in cerca sono l’ika mata (pesce crudo marinato con lime e cocco), il rukau (foglie di taro al vapore),il poke (banana con maranta e cocco) e il mitiore (cocco fermentato con cipolla e frutti di mare). Sono buoni anche i firi firi, specie di ciambelle tahitiane farcite di cioccolato, e potete trovare pane artigianale biologico al 100% da ‘Varaua mata, e te Miti, Vai’. Ci sono poi pane fatto con lievito naturale, croissant e pane integrale, oltre a intingoli, salse e chutney di produzione locale.
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4. I motu (isola) deserti nella Aitutaki Lagoon
La straordinaria laguna di Aitutaki, brulicante di vita marina e circondata da 15 motu (isolotti) ricoperti di palme, è uno dei tesori del Sud Pacifico. Maina (Little Girl) offre splendidi punti per lo snorkelling e ospita il fetonte codarossa, un tempo apprezzato per le piume vermiglie. Nei pressi si trova il relitto del mercantile Alexander, arenatosi negli anni ’30. Il motu più conosciuto è Tapuaeta’i (One Foot Island), orlato di candide spiagge e diviso dal suo vicino, Tekopua, da un profondo canale che pullula di pesci tropicali.
Il motu di Akaiami è dove gli idrovolanti della TEAL atterravano per fare rifornimento lungo la traversata transpacifica chiamata ‘Coral Route’ (‘rotta del corallo’) fra le Fiji, Samoa e Tahiti; si possono ancora vedere i resti del vecchio molo.
5. Le grotte, le piantagioni di caffè e la fauna aviaria di ‘Atiu
Prima dell’arrivo degli europei, ‘Atiu aveva un discreto potere nella regione e i suoi guerrieri erano noti per la ferocia e crudeltà in combattimento. Oggi invece quest’isola rocciosa contornata dalla barriera corallina è fortunatamente conosciuta per ragioni assai meno cruente: ‘eco-capitale’ delle Isole Cook, è un paradiso per i naturalisti e gli amanti del birdwatching, ma è anche un’ottima meta per i viaggiatori alla ricerca di un’isola legata alle tradizioni.
I cinque villaggi principali di ‘Atiu (Areora, Tengatangi, Mapumai, Te’enui e Ngatiarua) sono raggruppati sull’altopiano centrale dell’isola, circondato da una fascia di fertili terreni palustri e rigogliose piantagioni di taro. Il makatea, lo spettacolare anello di roccia rialzata colmo di fossili marini che un tempo costituiva la barriera esterna dell’isola, non è che una delle caratteristiche naturali di ‘Atiu. L’isola è ricoperta anche di foreste ed è punteggiata di grotte calcaree. La grotta più celebre è l’Anatakitaki, l’unico habitat conosciuto del kopeka (salangana di ‘Atiu).
6. Le misteriose grotte funerarie nella roccia a Mangaia
Situata accanto a Rarotonga, Mangaia è la più spettacolare delle Isole Cook dal punto di vista geografico. Seconda dell’arcipelago per dimensioni – è soltanto leggermente più piccola di Rarotonga –, è circondata dall’imponente cerchio nero del makatea, che è costituito da due livelli di corallo rialzato (tre nella parte settentrionale dell’isola) e nasconde una gigantesca caldera vulcanica sprofondata che digrada su ciascun lato del crinale di Rangimotia, la dorsale al centro dell’isola, alta 169 metri. L’interno sprofondato è formato da una zona paludosa occupata da campi di taro e verdura.
Mangaia è l’isola più antica del Pacifico; al tempo stesso rocciosa e ricca di vegetazione lussureggiante, è punteggiata di grotte calcaree che un tempo fungevano da siti sepolcrali e da rifugi durante le guerre tribali. Al centro dell’isola si trovano laghi, precipizi e molti punti panoramici spettacolari.
I tre villaggi principali sorgono sulla costa: Oneroa a ovest, Ivirua a est e Tamarua a sud. Oneroa, il principale centro abitato dell’isola, è formato da tre parti: Tava’enga a nord, Kaumata a sud, entrambi sulla costa, e Temakatea sul secondo livello del makatea, in alto sopra l’oceano. L’interno dell’isola è attraversato da sentieri e strade sterrate ideali per camminare, ma tenete presente che in caso di pioggia diventano molto fangosi.
7. La storia della Divided Church di Ma’uke
La Cook Islands Christian Church (CICC) di Ma’uke fu costruita nel 1882 dagli abitanti di due villaggi, Areora e Ngatiarua. Quando l’esterno fu ultimato, i due villaggi si trovarono in disaccordo su come decorare l’interno e si adottò quindi la soluzione di erigere un muro che dividesse a metà la chiesa. In seguito il muro fu abbattuto, ma l’interno è ancora visibilmente decorato in stili diversi. Ciascun villaggio ha la propria entrata, occupa la propria parte e canta gli inni a turno, mentre il ministro del culto sta a cavallo della linea divisoria in mezzo al pulpito. Cercate le monete cilene incastonate nell’altare in legno: nel XIX secolo il denaro di questo paese era spesso usato come moneta di scambio nel Sud Pacifico.