Con un nome così, che significa ‘massacri’, la provincia di Matanzas non può che nascondere un tumultuoso passato, sotto una superficie di meta di vacanze all-inclusive all’insegna del lusso. Del resto, nel XVII secolo i pirati ne saccheggiarono l’ambita costa settentrionale e tre secoli dopo un altro gruppo di invasori raggiunse le coste della Bahía de Cochinos (Baia dei Porci), illudendosi di essere venuto a liberare la nazione.

Oggi, la Bahía de Cochinos non attira più mercenari o conquistatori ma solo sub, così come non sono più i pirati bensì gli amanti della tintarella a invadere le spiagge settentrionali di Varadero, 20 km di litorale di sabbia bianca lungo la Península de Hicacos che costituiscono la più grande località di villeggiatura balneare caraibica: la classica ‘gallina dalle uova d’oro’. Al lusso di Varadero fa da bizzarro contrappunto il degradato capoluogo di provincia, Matanzas, che però ha regalato al mondo la rumba e il danzón e conta innumerevoli palazzi neoclassici. Matanzas e le cittadine nei dintorni sono anche roccaforti della santería (la provincia è la culla della religione afrocubana): se i turisti scarseggiano, abbondano invece le esperienze che solo Cuba è in grado di regalare

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