Se c’è un paesaggio all’altezza della sua immagine pubblicitaria, è la frastagliata e verde distesa delle cime dalla sommità piatta della Drakensberg Range, che delimita il confine tra il Sudafrica e il montuoso regno del Lesotho e offre alcuni tra i più suggestivi panorami del paese. La scenografia naturale del Drakensberg ha fornito lo sfondo ai film Zulu (1964) e Yesterday (2004), l’ambientazione al romanzo di Alan Paton Piangi, terra amata (Bompiani, Milano 1980; reperibile unicamente nell’usato), e il soggetto a un numero infinito di cartoline.

Questa regione, che comprende una vasta distesa di ben 243.000 ettari di vette montuose e contrafforti basaltici, è stata formalmente dichiarata Patrimonio dell’Umanità nel novembre del 2000 e ribattezzata uKhahlamba-Drakensberg Park. Il parco fa parte della più ampia regione del Drakensberg, che si estende dal Royal Natal National Park (nel nord) a Kokstad (nel sud) e comprende la zona e i campi di battaglia intorno a Estcourt e Ladysmith nonché le Midlands meridionali. Oggi, alcuni dei suoi panorami sono diventati emblematici del Sudafrica, in particolare l’indimenticabile curva dell’Amphitheatre all’interno del Royal Natal National Park. Tra le cime principali figurano il Mont-aux-Sources, il Sentinel, l’Eastern Buttress e il Devil’s Tooth.

Drakensberg significa "montagne dei draghi", ma gli zulu chiamavano questa catena Quathlamba, che vuole dire "bastione delle lance". Il termine zulu riflette meglio la conformazione geografica della scoscesa scarpata, tuttavia il nome afrikaans riesce a evocare con una certa efficacia l’atmosfera fantastica che pervade il Drakensberg. Queste montagne sono abitate dall’uomo da migliaia di anni - come testimoniano i numerosi siti di pitture rupestri san (visitate Didima, Cathedral Peak, Kamberg e Injisuthi).

Già sottoposti a pressioni dalle tribù che si erano insediate sulle pendici del Drakensberg, i san vennero definitivamente sterminati con l’arrivo dei coloni bianchi. Alcuni riuscirono a rifugiarsi nel Lesotho, dove furono assorbiti dalla popolazione basotho, ma molti furono uccisi o semplicemente morirono di fame in seguito all’occupazione dei loro territori di caccia. Le razzie di bestiame perpetrate dai khoe-san irritarono i coloni bianchi al punto che questi costrinsero diverse tribù nere a trasferirsi sulle colline pedemontane del Drakensberg, in modo da creare una sorta di barriera cuscinetto tra i bianchi e la popolazione khoe-san. Questi primi "insediamenti bantu" determinarono lo scarso sviluppo della zona, un fatto che in seguito consentì la creazione di una catena di parchi e riserve.

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