La zona di Manu comprende il Parque Nacional Manu e buona parte della giungla e della foresta nebulare circostanti. Con i suoi quasi 20.000 kmq (all’incirca la stessa superficie della Puglia), il parco è uno dei migliori del Sud America per la sua ampia varietà di specie selvatiche tropicali. Il parco è suddiviso in tre settori. Il più grande è la zona natural che comprende l’80% della superficie totale del parco ed è chiusa ai visitatori non autorizzati. Sono ammessi solo gli appartenenti a pochi gruppi indigeni, in particolare i matsiguenka (o machiguenga a seconda delle grafie), che vivono qui da generazioni (altri gruppi non hanno quasi mai avuto né desiderato contatti con il mondo esterno e per fortuna il loro volere è stato sin qui rispettato). L’accesso è inoltre consentito a un ristretto numero di studiosi della fauna selvatica. Il secondo settore, ancora all’interno del parco vero e proprio, è la zona reservada, dove sono permesse limitate attività turistiche (con un paio di sistemazioni ufficiali) e di ricerca. Si trova nella parte nord-orientale e occupa circa il 10% della superficie del parco. Infine, il terzo settore, a sud-est, è detto zona cultural e vede concentrate la maggior parte delle attività turistiche. Per viaggiare fra la zona cultural e la zona reservada dovrete navigare sul Río Madre de Dios sino al principale villaggio di transito al parco, Boca Manu. Per ironia della sorte sono alcune zone fuori dai confini del parco, specie a sud-est di Boca Manu, ad offrire eccellenti opportunità di avvistare animali selvatici. È il caso, ad esempio, dei depositi di sale intorno al Manu Wildlife Center che attirano are e tapiri.

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