
Una rete di strade lunghe e tortuose si snoda formando nastri apparentemente infiniti in queste verdi province nord-orientali scarsamente popolate in direzione della misteriosa Piana delle Giare e delle affascinanti grotte di Vieng Xai. Entrambe le province sono estremamente suggestive da visitare se si è in arrivo o in partenza per il Vietnam. I viaggiatori che hanno sufficiente tempo a disposizione possono aggiungere tappe a Nong Khiaw e a Vieng Thong. Quest’ultima è una delle vie d’accesso all’Area Nazionale Protetta di Nam Et-Phou Louey, dove si svolgono i " trekking sulle orme delle tigri". Tutti questi luoghi fanno parte del costoso itinerario circolare in autobus Long Thaang proposto dalla Stray Asia (www.straytravel.asia). Per il resto, queste due province sono quasi completamente al di fuori dei tipici percorsi turistici.
L’altitudine - che in media supera i 1000 m - fa sì che il clima non sia soffocante nella stagione calda né troppo rigido in quella fredda. Nei mesi di dicembre e di gennaio è consigliabile portarsi dietro un maglione o una giacca da indossare la sera e al mattino presto, quando le valli abitate sono piene di nuvole e offrono la possibilità di ammirare un paesaggio quasi surreale agli escursionisti che le osservano dall’alto dei valichi montani o delle vette.
Le gigantesche e famosissime "giare" di Xieng Khuang e i misteriosi megaliti di Hintang dimostrano che durante l’Età del Ferro in questa parte del Laos si sviluppò una civiltà molto progredita, della quale ci sono però pervenute testimonianze storiche sorprendentemente scarse. Chiunque abbia scolpito quegli enigmatici monumenti era ormai scomparso da tempo nel XIII secolo, quando Xieng Khuang si affermò come principato buddhista del popolo tai phuan, con capitale presso l’odierna Muang Khoun. Nei secoli successivi queste due province alternarono periodi di prosperità e di indipendenza ad altri che le videro diventare stati vassalli del Vietnam noti con il nome di Ai Lao e di Tran Ninh. Nel 1832 i vietnamiti catturarono il re phuan di Xieng Khuang, lo giustiziarono pubblicamente a Hué e trasformarono il suo regno in una prefettura di Annam, costringendo la popolazione ad adottare l’abbigliamento e le usanze vietnamite. Verso la fine del XIX secolo la regione subì i devastanti assalti degli haw, briganti cinesi nomadi, che spinsero entrambe le province ad accettare la protezione dei siamesi e dei francesi.
Tra il 1945 e il 1946 in questa zona si verificarono violenti scontri tra il movimento del Lao Issara (letteralmente, Laos libero) e il Viet Minh e, non appena i francesi abbandonarono l’Indocina, il Vietnam del Nord vi stanziò un contingente militare per evitare che Hanoi venisse attaccata alle spalle. Alla fine degli anni ’60 questa zona si era trasformata in un grande campo di battaglia. I bombardamenti a tappeto dell’aviazione americana - che cancellarono dalla carta geografica quasi tutte le cittadine e i villaggi - costrinsero la maggior parte della popolazione a rifugiarsi nelle grotte, che furono abbandonate solo nel 1973. La più importante di queste grotte - situata a Vieng Xai - ospitò anche il governo antimonarchico del Pathet Lao.
I soldati nordvietnamiti furono corresponsabili delle devastazioni, perché distrussero la magnifica cittadina di Muang Sui e la maggior parte della provincia occidentale di Xieng Khuang occupata dall’esercito monarchico. Dopo la fine della guerra nella zona orientale della provincia di Hua Phan furono istituiti i famigerati campi di rieducazione chiamati samana, che avevano lo scopo di "riabilitare" e allo stesso tempo punire i seguaci del vecchio regime per mezzo di durissimi lavori forzati e dell’indottrinamento politico. Molti di questi campi rimasero in funzione fino agli anni ’80 e l’ipotesi che un campo sia ancora aperto nei pressi di Sop Hao non è mai stata ufficialmente né confermata né smentita. A decenni di distanza dalla fine del conflitto, questa regione continua a essere disseminata di ordigni inesplosi, soprattutto nelle parti centrale e orientale della provincia di Xieng Khuang, dove costituiscono un rischio molto serio per la vita degli abitanti ed è probabile che continuino a esserlo anche per le future generazioni.
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