Il fertile Altopiano di Bolaven (ພູພຽງບໍລະເວນ; chiamato Phu Phieng Bolaven in lingua lao) si estende dalla provincia di Champasak a quelle sud-orientali di Salavan, Sekong e Attapeu e gode di una meritata fama per il suo clima fresco, le sue imponenti cascate, la fertilità del suo terreno e le piantagioni di caffè di prima qualità.

Questa zona iniziò a essere coltivata in maniera intensiva solo all’inizio del XX secolo, quando i francesi cominciarono a piantarvi caffè, alberi della gomma e banani. Molti agricoltori francesi lasciarono il paese negli anni ’50, dopo la proclamazione dell’indipendenza, e gli altri seguirono il loro esempio alla fine degli anni ’60, quando i bombardamenti americano si intensificarono. Il controllo dell’Altopiano di Bolaven era considerato d’importanza strategicamente vitale sia dagli americani sia dai nordvietnamiti, come dimostra l’incredibile quantità di ordigni bellici inesplosi ancora presente sul territorio.

Sebbene il lento e delicato processo di bonifica sia ancora ben lungi dall’essere finito, nelle zone messe in sicurezza si sono insediati sia piccoli agricoltori locali sia grandi imprese industriali che si dedicano attivamente alla coltivazione del caffè, della frutta, del cardamomo e del rattan.

Il gruppo etnico più numeroso presente in questa zona è quello dei laven (Bolaven significa infatti "casa dei laven"), ma l’altopiano è abitato anche da diverse altre etnie mon-khmer, come gli alak, i katu, i tahoy e i suay.

L’Altopiano di Bolaven può essere visitato in giornata da Pakse con una motocicletta a noleggio, ma disponendo di qualche giorno in più vale senz’altro la pena di percorrere il cosiddetto "Circuito meridionale".

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