
Un tempo il nome Ruanda evocava immagini dei meravigliosi gorilla di montagna e di vedute mozzafiato degli splendidi rilievi montuosi, poi la guerra macchiò con il sangue ogni splendore. Oggi per fortuna la pace è tornata, i danni lasciati dalla guerra sono stati in parte cancellati dal desiderio di rinascita degli abitanti, l’economia nazionale è in qualche modo risorta e i viaggiatori possono spostarsi per il paese con relativa sicurezza. Anche se le cose sembrano tornare alla normalità, il paese è ancora scosso dal ricordo del genocidio perpretrato nel 1994 ai danni dei tutsi: un brutale, spietato e forse premeditato massacro che ha causato quasi un milione di morti e la cui responsabilità deve essere attribuita alle milizie di estremisti hutu. Con ogni probabilità, a dispetto della pace, l’astio tra le due etnie è destinato a durare, come una ferita aperta. Le seducenti risorse naturali del Ruanda offrono un’esperienza davvero indimenticabile. Il viaggiatore può far visita ai gorilla di montagna nel riaperto Parc National des Volcans, o osservare le centinaia di specie di alberi e uccelli che popolano le magnifiche foreste pluviali di Nyungwe. Anche i centri urbani, come Butare e la capitale, Kigali, hanno in parte mutato il proprio volto, grazie all’apertura di locali in cui trascorrere il tempo gustando cibo e bevande tipici o lasciandosi trasportare dal ritmo della danza. Le sponde del lago Kivu offrono numerose occasioni di svago e di riposo per i viaggiatori e per gli inviati delle ONG ancora sul posto.