L’estesa e raramente visitata Tumbatu, situata a breve distanza dalla costa nord-occidentale di Zanzibar, è abitata per l’appunto dai tumbatu, uno dei tre gruppi etnici originari dell’arcipelago. Sulla storia antica dell’isola le notizie sono incerte, ma nella punta meridionale del suo territorio sono state rinvenute le rovine di una moschea che verosimilmente risale all’inizio dell’XI secolo ed è probabile che l’isola sia stata colonizzata prima di tale data. Fino al secolo scorso a Tumbatu non c’era l’acqua e gli abitanti dovevano recarsi a Zanzibar per fare rifornimento. Tra Tumbatu e Zanzibar sorge la minuscola e disabitata isola di Popo .

Tumbatu manca del tutto di strutture ricettive, ma può facilmente essere visitata con una gita in giornata da Kendwa o da Nungwi, dove gli alberghi non hanno problemi a organizzare il trasporto in barca. In alternativa è possibile approfittare delle imbarcazioni che salpano tutto il giorno per Tumbatu dal villaggio di Mkokotoni, che sorge dall’altra parte del canale ed è noto per l’animato mercato del pesce. La traversata può durare da mezz’ora a tre ore a seconda dei venti (ma s’impiega molto meno con una barca a motore) e costa Tsh200 circa. Gli abitanti di Tumbatu non sono abituati ai turisti (è noto il loro scarso senso di ospitalità): se aveste intenzione di andarci da soli o di sistemarvi per la notte presso una famiglia del posto, vi suggeriamo di chiedere preventivamente l’autorizzazione alla polizia di Mkokotoni o allo shehe (capo villaggio) di Nungwi, al quale probabilmente dovrete riconoscere una modesta offerta in denaro. Mkokotoni e Stone Town sono collegate da un autobus al giorno. Il principale mezzo di trasporto a Tumbatu è la bicicletta (chiedete nella zona del porto), ma l’isola si può tranquillamente girare a piedi.

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