"Se potessi scegliere la mia città natale, penserei seriamente a Würzburg’, scrisse Hermann Hesse, e non è difficile capire il perché. Questa pittoresca città sul fiume Meno è rinomata per l’arte, l’architettura e i vini delicati. La vita notturna è molto vivace grazie alla numerosa popolazione studentesca e le vie acciottolate del centro sono piene di locali alla moda.

Würzburg era un ducato francone quando, nel 686, tre missionari irlandesi erranti - Kilian, Totnan e Kolonat - passarono in città e cercarono di convincere il duca Gosberto a convertirsi al cristianesimo e a lasciare la moglie, vedova di suo fratello (il che era, per i dettami cristiani dell’epoca, peccato mortale). Prima ancora che Gosberto prendesse una decisione, la moglie fece uccidere i tre monaci. L’assassinio fu scoperto solo diversi decenni più tardi, e i tre martiri vennero santificati, facendo di Würzburg un luogo di pellegrinaggio. Nel 742 la città divenne una diocesi, e fu retta da principi-vescovi (Fürstbischofe) per i successivi 1060 anni.

L’età d’oro di Würzburg giunse con l’elezione di tre principi-vescovi della casata di Schönborn con inclinazioni artistiche (e con immense ricchezze a disposizione). Il loro gioiello è la Residenz, uno degli edifici barocchi più belli della Germania, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Napoleone mise poi la parola fine al governo ecclesiastico nel 1802; 14 anni più tardi, Würzburg entrò a far parte della Baviera.

La popolazione di Würzburg venne decimata durante la seconda guerra mondiale, quando i bombardamenti rasero al suolo il 90% del centro cittadino. I danni furono così ingenti che le autorità inizialmente pensarono di lasciare la città in rovina, a testimonianza degli orrori della guerra. Grazie a un coraggioso progetto di recupero, la città è stata poi ricostruita e riportata quasi all’antico splendore.

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