Chi Phat
Allo scopo di proteggere i Cardamomi meridionali dal bracconaggio, dal disboscamento e dall’insediamento incontrollato attraverso la creazione di posti di lavoro per la gente del posto, Wildlife Alliance (www.wildlifealliance.org) ha avviato un progetto articolato in più fasi volto a trasformare in una meta ecoturistica di importanza mondiale la Foresta Protetta dei Cardamomi Meridionali (1443 kmq), il cui confine meridionale è delimitato dal tratto della NH48 che corre tra Krong Koh Kong e Andoung Tuek.
Un tempo tristemente noto per i cacciatori di frodo e i taglialegna abusivi, il villaggio fluviale di Chi Phat (abitato da 630 famiglie) ospita oggi il pionieristico progetto ecoturistico incentrato sulla comunità (community-based ecotourism project, CBET), che offre ai viaggiatori l’opportunità davvero unica di esplorare gli ecosistemi dei Cardamomi contribuendo al tempo stesso alla loro tutela.
I visitatori possono scegliere tra un ampio ventaglio di attività all’aperto, tra cui trekking nella giungla di durata compresa tra uno e cinque giorni (con 4 pernottamenti), uscite all’alba per praticare il birdwatching, escursioni in kayak lungo i corsi d’acqua della zona e gite in moto o mountain bike per visitare le cascate dei dintorni e fotografare scimmie e buceri con l’accompagnamento di un ex bracconiere impiegato come guida. Tra le possibili destinazioni vi sono un’area costellata di misteriose e antiche urne funerarie e la Valle dell’Areng. Le escursioni di più giorni prevedono il pernottamento in amaca o in uno dei cinque campeggi allestiti da Wildlife Alliance, attrezzati con servizi igienici ecologici, cucine da campo e confortevoli amache provviste di zanzariere.
Particolarmente interessanti sono le escursioni in mountain bike di più giorni nel cuore dei Cardamomi e le uscite di birdwatching all’alba. Il programma di queste ultime prevede sveglia al mattino presto e una traversata di un’ora e 30 minuti su una longtail boat, con successivo trasferimento su una barca tradizionale (quelle sospinte da un vogatore in piedi) per esplorare nel silenzio più totale il placido Stung Proat, un affluente del Preak Piphot le cui rive non sono state disboscate. Lungo le sponde dello Stung Proat si possono vedere con frequenza presbiti argentati, macachi cinomolghi, buceri e altri animali della foresta pluviale. I gibboni sono più difficili da avvistare, ma spesso si possono udire i loro richiami attraverso le chiome degli alberi.
È possibile visitare anche la serra dove Wildlife Alliance si prende cura di giovani esemplari di alberi nell’ambito di un ambizioso programma di rimboschimento finalizzato a ripiantare nella foresta un milione di alberi. Si tratta di un’esperienza molto istruttiva, che offre l’occasione di lasciare un’impronta personale e duratura dando il proprio sostegno a questa interessante iniziativa. I viaggiatori più avventurosi, inoltre, possono trascorrere più giorni nella foresta in perlustrazione con le guardie forestali della comunità locale.
Tutte queste attività sono gestite dal CBET Community Visitor Center (035-675 6444; www.chi-phat.com), organizzato in maniera estremamente efficiente e situato a due minuti di cammino dal molo fluviale di Chi Phat. L’ufficio è dotato di connessione wi-fi gratuita, corrente elettrica fornita 24 ore al giorno grazie all’energia solare e di un buon ristorante che serve piatti khmer sia vegetariani sia a base di carne.
I prezzi delle escursioni sono molto ragionevoli: il genere il costo è inferiore a US$35 al giorno per persona per i gruppi di due o più partecipanti, compresi pranzo, trasporti e attrezzatura. Le escursioni di più giorni con formula all-inclusive hanno un costo giornaliero lievemente superiore. Nella quota di partecipazione è compreso un contributo volontario pari a US$10 per persona, destinato al fondo di sviluppo della comunità. Tutte le attività sono accompagnate da guide, molte delle quali sono ex bracconieri e taglialegna.
Arrivati a Chi Phat, recatevi al centro visitatori di sera per organizzare le escursioni nei giorni seguenti. Avrete così modo di incontrare le guide e altri viaggiatori di ritorno dai trekking. Questa è inoltre l’ora più adatta per raccogliere informazioni sulle attività e sull’agibilità dei sentieri e scoprire come la gente del posto sia oggi una risorsa per le foreste che in passato saccheggiava.
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