Mileto
L’antica Mileto, 22 km a sud di Priene, era un tempo una grande città portuale e oggi giace tra vaste distese di coltivazioni di cotone. Spesso (ingiustamente) sottovalutata se paragonata a Priene e Didime, consigliamo invece di non perderla, soprattutto per la presenza contemporanea dei due stili ellenistico e romano, e per il piccolo ma affascinante museo che spiega i rapporti e le relazioni che intercorrevano tra queste tre città.
Sebbene le origini antiche di Mileto non siano chiare, è verosimile che i cretesi minoici vi giunsero durante l’Era del Bronzo (la parola "Mileto" è di origine cretese). I greci ionici vi si stabilirono dall’anno 1000 a.C., e la città divenne un punto di riferimento per il pensiero e la cultura greca per i secoli a venire; è significativo che la scuola di filosofia di Mileto (a partire dal VI secolo a.C.) fu frequentata da influenti pensatori come Talete, Anassimandro e Anassimene. Le loro osservazioni sulla natura si basavano su ragionamenti razionali piuttosto che su spiegazioni mitiche, e questo fa di Mileto la culla del pensiero scientifico.
Come altre città costiere, Mileto fu conquistata da Atene e dalla Persia, e infine liberata da Alessandro Magno nel 334 a.C. Più tardi arrivarono anche i romani, sotto il cui dominio si sviluppò una piccola comunità cristiana a seguito delle visite di san Paolo (attorno al 57 d.C.). Ai tempi dell’impero bizantino, Mileto era un arcivescovado. A differenza di quanto accadeva in altre città sulla costa, a quei tempi il porto non era coperto da detriti fluviali, e ciò permise ai turchi selgiuchidi di utilizzarlo per i loro commerci marittimi durante tutto il XIV secolo. (Il fiume Meandro ha poi modificato la conformazione di Mileto facendola arretrare di 10 km.)
Come a Priene, anche qui noterete la griglia di strade che si incrociano ad angolo retto, progettata dall’architetto Ippodamo, originario di Mileto. Arrivando da sud, incontrerete il Teatro Grande, centro amministrativo e commerciale della città dal 700 a.C. al 700 d.C. Il teatro, in origine una costruzione ellenistica dotata di 15.000 posti a sedere, fu ampiamente modificato dai romani nel I secolo d.C.; il panorama sul mare è meraviglioso.
A est del teatro, dietro un antico centro commerciale, sorgono le rovine del Tempio di Apollo, particolarmente significativo perché da qui partiva un percorso sacro, lungo 15 km, che conduceva all’oracolo e al Tempio di Apollo a Didime. Quasi per magia, gli alberi di alloro, che i greci consideravano sacri ad Apollo, proiettano ancora la loro ombra sulle rovine del tempio.
Sopra il teatro, le rovine dei bastioni di un castello di epoca bizantina offrono un buon punto di osservazione su quello che nell’antichità era il porto (chiamato Baia dei Leoni per le strutture in pietra raffiguranti questi animali che ne sorvegliavano l’ingresso), sulla sinistra. Guardando verso destra si scorge invece lo stadio, mentre a nord, a ovest e a sud ci sono le agorà e, tra esse, le rovine del bouleuterion.
L’ultimo sito antico che si incontra sono le grandi Terme di Faustina, costruite da Marco Aurelio per sua moglie, nelle quali consigliamo di entrare. I massicci muri e i pavimenti interni delle due spaziose strutture sono ancora piuttosto ben conservati. L’ingegnoso progetto originale prevedeva un sistema di tubi di acqua calda sotterranei (conosciuto come hypocaustum) e di tubuli (tubi in terracotta che percorrevano i muri) che mantenevano il calore all’interno del bagno. Accanto a questa stanza, c’è il bagno freddo rinfrescante. Notate la riproduzione della statua del dio del fiume Meandro mentre riposa (l’originale è conservato nel museo della città). Durante la stesura di questa guida, gli archeologi erano impegnati a scavare più in profondità, quindi presumibilmente molto presto gran parte della notevole struttura sarà portata alla luce.
A sud delle antiche rovine si può vedere la İlyas Bey Camii (1404), una moschea post-selgiuchide caratterizzata da un intricato porticato.
Oltre la moschea, lungo la strada per Didime, il Museo di Mileto (ingresso 3; 8.30-16.30), riaperto da poco, conserva antichi oggetti in vetro, ceramiche e stele votive, statue e numerosi monete di epoca classica, romana e bizantina, oltre a bellissimi gioielli d’oro, come ciondoli, collane e anelli rinvenuti in antiche tombe.
Nel museo ci sono pannelli informativi, carte geografiche e mappe della città che illustrano la struttura originaria di Mileto e Priene: vi aiuteranno a comprendere meglio la storia di queste città, e ad avere un’idea di quanto fosse diversa la costa dell’Anatolia prima che il fiume ne stravolgesse la geografia.
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