Il distretto di Kondoa, e specialmente la zona intorno al minuscolo villaggio di Kolo, si trova al centro di uno dei gruppi di pitture rupestri più straordinari di tutto il continente africano. Incredibilmente, questa zona è anche una delle meno visitate della Tanzania, ma se siete disposti a uscire dai percorsi più battuti e affrontare un viaggio un po’scomodo per raggiungere quest’area vivrete un’esperienza davvero affascinante.

Nonostante molti archeologi, in particolare Mary Leakey, abbiano studiato a fondo queste pitture rupestri, la loro storia rimane in molti casi avvolta nel mistero, in quanto si sa ben poco sia degli autori sia dell’epoca in cui vennero realizzate. Alcuni studiosi ritengono che le pitture più antiche furono realizzate circa 6000 anni fa dai sandawe, linguisticamente imparentati con i san del Sudafrica (un altro gruppo noto per l’arte rupestre). Secondo altri, invece, queste opere sarebbero state dipinte tra gli 800 e i 200 anni fa dai popoli di lingua bantu giunti nella zona in epoca successiva. Alcuni siti sono utilizzati ancora oggi dai maghi della pioggia e dagli stregoni.

Le pitture raffigurano esseri umani stilizzati, spesso nell’atto di cacciare, di danzare o di suonare strumenti musicali, e vari animali, soprattutto giraffe e antilopi. I colori privilegiano le sfumature del rosso, dell’arancione e del bruno, mentre il bianco è la tinta dominante nelle pitture realizzate nell’ultimo millennio, caratterizzate anche da forme più enigmatiche che forse rappresentano simboli. A volte gli autori applicavano il colore direttamente con le mani e con le dita, ma si nota anche l’uso di pennelli fatti di giunchi o ramoscelli. Probabilmente alcuni colori venivano preparati mescolando vari pigmenti con grasso animale, in modo da creare qualcosa di simile a dei pastelli.

Finora i siti conosciuti sono 186 (sicuramente ce ne sono molti di più), ma solo una parte di essi è stata adeguatamente documentata. I più visitati, anche se non i più belli, sono i siti di Kolo (B1, B2 e B3), situati 9 km a est del villaggio omonimo e raggiungibili soltanto in fuoristrada. Nell’ultimo tratto dovrete arrampicarvi su una ripida collina alla fine della strada. Le figure più interessanti sono quelle di esseri umani con il volto coperto da una maschera (o forse si tratta di una capigliatura "selvaggia", non è chiaro). Più a est, sul versante posteriore della stessa collina, ci sono soprattutto pitture bianche (quindi più moderne) realizzate dai pahi. Queste pitture si possono raggiungere sia con un’automobile normale sia con gli autobus provenienti da Arusha e Babati e diretti a Busi, che passano dal vicino villaggio di Pahi. Sempre accessibile con un’automobile normale è il magnifico complesso di Fenga, famoso soprattutto per la pittura in cui un gruppo di persone sembra tendere una trappola a un elefante. Questo sito si trova circa 20 km a nord di Kolo, e per raggiungerlo dovrete seguire una deviazione dalla strada Arusha–Dodoma ed effettuare a piedi l’ultimo chilometro sulla collina. La collezione più varia e indubbiamente più bella di pitture rupestri è però quella di Thawi, che si trova circa 15 km a nord-ovest di Kolo ed è raggiungibile soltanto in fuoristrada. Se fate base a Kolo o a Kondoa, potrete vedere tre di questi siti comodamente in una sola giornata, ma anche tutti e quattro se dedicate a ciascuno di essi poco tempo.

Se passate da Arusha, andate a visitare la Warm Heart Art Gallery e cercate di incontrare Seppo Hallavainio, il direttore del Rock Art Project (0754-672256; www.racctz.org), che ha fatto della protezione e della promozione dei siti una vera e propria missione e sarà in grado di rispondere a tutte le vostre domande.

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