Oggi, Kilwa Kisiwani ("Kilwa sull’isola") è un tranquillo e soleggiato villaggio di pescatori situato proprio di fronte a Kilwa Masoko, ma nel periodo più glorioso del suo passato fu la sede di diversi sultani e il centro di una vasta rete di commerci che collegava gli antichi regni shona e i giacimenti auriferi dello Zimbabwe con la Persia, l’India e la Cina. Ibn Battuta, famoso viaggiatore e cronista del mondo antico, visitò Kilwa all’inizio del XIV secolo e la descrisse come una città straordinariamente bella e ben costruita. Al culmine del proprio splendore, Kilwa Kisiwani esercitava il controllo su un’area che si estendeva a nord oltre l’arcipelago di Zanzibar e a sud fino a Sofala, sulla costa centrale del Mozambico.
Quei giorni sono ormai soltanto un lontano passato, ma le rovine dell’insediamento di allora, insieme a quelle della vicina Songo Mnara, sono tra i più importanti complessi di palazzi della costa dell’Africa orientale e sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Grazie ai finanziamenti stanziati dai governi di Francia e Spagna, ampie zone delle rovine sono state restaurate e oggi sono agevolmente accessibili, nonché provviste di cartelli esplicativi in inglese e swahili.