 
                            Costruita a un’estremità della Ria, una palude costiera poco profonda e ricca di avifauna, Aveiro, il cui nome deriva dal latino aviarium (luogo di uccelli), è una florida città dall’energia giovanile grazie alla folta popolazione studentesca. Qualcuno la chiama la "Venezia del Portogallo", per le numerose barche dall’alta prua che ricordano vagamente le gondole, i ponti a schiena d’asino e una piccola rete di canali. Certamente non è Venezia, ma è comunque una bella meta da esplorare a piedi o a bordo di un moliceiro - le tipiche imbarcazioni che servivano per la raccolta delle alghe, ora convertite a uso turistico.
Il porto di Aveiro conobbe un periodo di prosperità all’inizio del XVI secolo, ma intorno al 1570 una tempesta ostruì la foce del Rio Vouga, bloccando l’ingresso e l’uscita delle navi e si creò una distesa di paludi malsane che nel corso dei due secoli successivi contribuì a far calare la popolazione di tre quarti. Nel 1808 il canale di Barra permise di ripristinare il collegamento con il mare e nell’arco di un secolo Aveiro tornò al benessere, come testimonia il notevole numero di case art nouveau che ancora caratterizzano il centro della città vecchia. Il sale raccolto dalla palude veniva trasportato a Terranova per conservare il merluzzo che poi ritornava qui sotto forma di bacalhau (baccalà).
 
                             
                             
       
       
       
       
       
       
       
      