
La più remota Isla Amantaní (ingresso S5) si trova pochi chilometri a nord della più piccola Taquile. Quasi tutte le escursioni che raggiungono Amantaní (pop. 4000) prevedono un pernottamento presso gli isolani. Aiutarli a cucinare i pasti sui fuochi accesi nelle cucine dal pavimento in terra battuta e assistere ai vari aspetti della vita rurale è un’esperienza di viaggio affascinante e indimenticabile.
Talvolta gli abitanti organizzano travolgenti danze tradizionali, facendo indossare ai turisti i loro caratteristici abiti da festa per ballare tutta la notte. Certo i vostri scarponcini da trekking stoneranno un po’. Mentre tornate a casa, non dimenticate di alzare lo sguardo verso l’incredibile cielo stellato.
L’isola è molto tranquilla (non sono ammessi i cani!), vanta bellissimi paesaggi e non ha né strade né veicoli. Sulla cima di molte colline sorgono antiche rovine; tra le più alte e più famose ricordiamo quelle di Pachamama e Pachatata, la Madre e il Padre Terra, che appartengono alla cultura tiwanaku. Questa cultura, di origine prevalentemente boliviana, nacque sulle rive del Lago Titicaca e si espanse rapidamente tra il 200 a.C. e il 1000 d.C.
Come a Taquile, anche qui gli isolani parlano quechua, ma la loro cultura è stata molto più influenzata dagli aymará.
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