Basta salire sulla terrazza della Basilica Palladiana di Vicenza e guardare dall’alto cupole e palazzi per capire che questa è una città da scoprire attraverso la lente dell’arte e dell’architettura. A saltare subito all’occhio è l’alta concentrazione di palazzi rinascimentali nel breve spazio di una cerchia muraria, opera di un demiurgo dell’armonia e dell’equilibrio, Andrea Palladio, che l’ha rivestita di splendore. Dopo aver passato in rassegna una schiera di facciate eccellenti, basta sedersi sull’antica gradinata ellittica del Teatro Olimpico per lasciarsi incantare, guardando la scena da cui si dipartono le sette vie della città di Tebe, dalla potenza illusionistica della prospettiva. La bellezza di Vicenza è anche legata alla sua propensione per l’impresa nel campo agricolo e industriale. Lo capirete visitando un laboratorio di oreficeria, un outlet di abbigliamento o degustando le leccornie della cucina veneta seduti al tavolo di un’osteria: baccalà, bigoli e sopressa, broccoli fiolari di Creazzo e radicchio rosso di Asigliano, vere e proprie eccellenze della produzione agricola locale. Appena fuori dal centro, sui primi declivi collinari, l’operosità vicentina ha invece il sapore e i profumi dei vini preziosi dei Colli Berici – il Garganega, il Tai Rosso, il Cabernet – e la splendida cornice di borghi, eremi e ville palladiane.

Cosa vedere a Vicenza

Corso Palladio a Vicenza è senz’altro il cuore della città, arteria principale della città sin dall’epoca romana. Da questo scenografico fondale del teatro urbano può partire l’itinerario cittadino, ricco di scorci e di una sequenza quasi imbarazzante di vetrine griffate e palazzi ‘da collezione’. La via pedonale ha inizio da Piazza Castello, il cui nome ricorda che un tempo vi sorgeva il Castello degli Scaligeri. Sull’emiciclo affacciano Palazzo Porto Breganze e Palazzo Thiene Bonin Longare, edificati dall’erede spirituale del Palladio, Vincenzo Scamozzi, su disegno del maestro. Sul corso continua la sfilata di facciate eccellenti progettate nei secoli in cui la nobiltà vicentina faceva a gara con quella veneziana nell’esibire la propria ricchezza. Il rinascimentale Palazzo Capra Clementi al n. 45, è seguito al n. 67 da Palazzo Braschi, di stile gotico veneziano, con una raffinata quadrifora al piano nobile e un sacello votivo seicentesco dedicato alla Madonna dei Sette Dolori nel cortile. Superato il palladiano Palazzo Pojana al n. 90-96, si può ammirare al n. 98 il maestoso Palazzo Trissino-Baston, impostato su un alto portico ionico, capolavoro di Vincenzo Scamozzi. Al piano nobile, sede del municipio, si aprono la Sala della Giunta Comunale, con fregi seicenteschi, e la Sala degli Stucchi, dove i vicentini vengono a sposarsi con rito civile. Al n. 147 si contempla la meraviglia gotica della città, la Ca’ d’Oro vicentina,che all’epoca della sua edificazione, gli anni ’70 del Quattrocento, andava fiera dei capitelli e delle cornici in origine dipinti d’oro. Non può mancare un passaggio in Piazza dei Signori, alla Basilica Palladiana e una visita al Museo del Gioiello, meta pregiata da chi ama l’incredibile arte degli orafi locali.

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