L’attrazione più sconvolgente e potenzialmente più pericolosa del Krafla sono il variopinto cratere di Leirhnjúkur e le sue solfatare, formatesi per la prima volta nel 1727. Il cratere iniziò l’attività come una fontana di lava ed eruttò materiale fuso per due anni prima di placarsi. Dopo un’eruzione di minore entità, nel 1746 si trasformò nel minaccioso bacino fangoso incrostato di zolfo e tanto apprezzato dai turisti.
Dall’orlo del Leirhnjúkur è possibile osservare la caldera del Krafla e gli strati di lava che lo attraversano: la prima di queste colate laviche risale ai Mývatnseldar originari, mentre gli strati successivi che si notano in alcuni punti appartengono alle eruzioni del 1975 e del 1984.
Qui la crosta terrestre è piuttosto sottile e in alcuni punti il suolo è estremamente caldo. Le bocche fumanti sull’altura di riolite dai colori pastello, verso ovest, sono le ultime testimonianze di una serie di esplosioni avvenute nel 1975, quando il piccolo cratere coperto d’erba sul pendio occidentale della montagna a sud di Leirhnjúkur si risvegliò in una serie di esplosioni chiamate Kröflueldar, uno strascico dei Mývatnseldar.
Dal parcheggio del Krafla parte un sentiero ben segnato che conduce a nord-ovest fino al Leirhnjúkur; vista la presenza di attività vulcanica, le alte temperature, le pozze di fango ribollenti e le bocche di vapore, fate estrema attenzione a non allontanarvi mai dalle linee di demarcazione del percorso.
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