L’oasi di Herðubreiðarlindir, una riserva naturale ricca di spesso muschio verde, angelica e fiori rosa violacei, quelli dell’Epilobium latifolium, è stata creata dalle sorgenti che sgorgano da sotto la lava dell’Ódáðahraun. Da qui si può ammirare un magnifico scorcio dell’Herðubreið (a meno che, ovviamente, non siate accolti da un muro di densa nebbia e/o sabbia alzato dal vento, come spesso avviene).

Presso il piccolo complesso turistico si trovano l’ufficio informazioni della riserva naturale, un campeggio (piazzole per persona Ikr1100) e il rifugio di Þorsteinsskáli (metà giu-agosto 854 9301; www.ffa.is; N 65°11.544’, O 16°13.360’; letti in camerata Ikr4500), da 30 posti letto, una comoda sistemazione con docce, cucina e un custode durante l’estate. Le passeggiate gratuite di un’ora, guidate dal guardaparco, partono tutti i giorni alle 11 dal rifugio, da metà luglio a metà agosto.

Dietro il rifugio incontrerete un altro nascondiglio del bandito Fjalla-Eyvindur, talmente piccolo che al suo interno si fa fatica a respirare. Fu ristrutturato nel 1922 con i resti dell’edificio originale, che era crollato da tempo. Si ritiene che durante il rigido inverno del 1774-75 il celebre fuorilegge Eyvindur abbia vissuto qui nutrendosi di radici di angelica e di carne cruda di cavallo, che teneva ammucchiata sul tetto del capanno per mantenere il calore all’interno.

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