Per gli antichi greci era la porta dell’Ade, il regno degli inferi; per gli odierni visitatori il Nekromantéio di Afýra (26840 41206; interi/bambini €2/gratuito; 8.30-15) è soltanto un labirinto di rovine al termine di una splendida gita in barca che conduce lungo la costa e risale il fiume Ahérondas (l’antico Acheronte). Al momento delle nostre ricerche, tuttavia, il sito era chiuso al pubblico in quanto sottoposto a una completa ricostruzione finalizzata a restituirne interamente la gloria.

Per gli antichi greci il nekromantis era un oracolo al quale i pellegrini recavano offerte di latte, miele e sangue di animali immolati, allo scopo di comunicare con gli spiriti dei defunti. L’esperienza nell’oltretomba allestita dai sacerdoti aveva luogo in seguito all’assunzione di sostanze allucinogene e la permanenza di due giorni in una sala sotterranea buia e umida; qui si udivano voci misteriose in grado di dare l’impressione di trovarsi nel regno dei morti, dal quale infine si emergeva accecati dalla luce del sole filtrante da un’apertura nascosta nel corso di uno scenografico finale.

Questa piccola industria fiorì per secoli prima del diffondersi del cristianesimo, anche se l’esistenza sul luogo di un cimitero annesso a quelle che oggi sono le rovine del Monastero di Ágios Ioánnis Pródromos suggerisce che qualche eco dell’identità originaria del sito sia sopravvissuta anche in seguito.

Le visite al Nekromantéio, talvolta in pacchetti che comprendono anche altre destinazioni, costano circa €40. Assicuratevi che il sito abbia riaperto prima di prenotare, altrimenti rischierete di visitare qualche rovina sostitutiva meno interessante. In alternativa si può raggiungere il luogo in auto, guidando verso sud in direzione di Mesopótamo (19 km) e cercando il cartello indicativo situato 1 km prima della cittadina.

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