Da Karyés ai Monasteri della Costa Sud-Occidentale
Procedendo da Karyés in direzione sud-ovest s’incontra per primo l’accogliente Moní Koutloumousíou (23770 23226; fax 23770 23731). Più a ovest, vicino alla costa, c’è il Moní Xiropotámou (23770 23251; fax 23770 23733; 12.30-14.30), che offre agli ospiti confortevoli camere illuminate da lampade a olio e pasti in un locale separato dal refettorio dei monaci. Il sentiero che corre verso sud arriva a Dafní, da dove si può proseguire a piedi lungo la costa, oppure prendere l’imbarcazione che salpa per Agías Ánnis alle 12.30 fermando ai monasteri Símonos Pétras, Osíou Grigoríou, Dionysíou, Agíou Pávlou, Agías Ánnis e Agías Triádos/Kavsokalyvíon. In alternativa, alcuni sentieri tra i boschi al centro della penisola, accessibili dal Moní Koutlomousíou o dal Moní Filothéou, vi condurranno al Símonos Pétras.
Lo straordinario Moní Símonos Pétras (Simon Pietro; 23770 23254; fax 23770 23707; 13-15) ha balconi di legno affacciati sopra un precipizio tra il verde ed è il monastero più fotografato dell’Athos; qui, come presso gli altri monasteri della scogliera, indugiare la notte al buio, sotto un cielo tempestato di stelle e con il rumore delle onde di sotto, è quasi un’esperienza mistica di per sé. Il sentiero costiero si stacca poi da quello per l’arsanas (il porto o molo dei monasteri) fino a raggiungere il Moní Osíou Grigoríou (23770 23668; fax 23770 23671), un altro monastero affacciato sul mare con una confortevole foresteria.
Il sentiero costiero continua verso sud salendo e scendendo tre volte prima di arrivare al Moní Dionysíou (23770 23687; fax 23770 23686), abbarbicato sulla scogliera. Nella chiesa principale (katholikón) del Dionysíou è conservata un’importante icona in cera e mastice della Vergine col Bambino. La leggenda narra che nel 626 d.C., mentre Costantinopoli si trovava a fronteggiare l’assedio dei persiani e degli avari, il patriarca portò l’immagine in processione intorno alle mura della città scongiurando miracolosamente il pericolo. L’icona è considerata la più antica dell’Athos e anche se le fattezze dell’immagine raffigurata si vedono appena, la sagoma scura continua a emanare uno strano magnetismo dalla sua elaborata teca d’argento.
Dopo il Dionysíou, il sentiero lungo la costa prosegue fino al Moní Agíou Pávlou (23770 23741; fax 23770 23355), magnifico dal punto di vista architettonico, e all’Agías Ánnis Skíti.
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