Gom Kora
Gom Kora è un tempio straordinariamente pittoresco situato 13 km a nord di Chazam. Il verde lussureggiante dei campi, le tonache rosse dei monaci e il giallo del tetto del tempio si mescolano ai colori delle sculture buddhiste e al corso impetuoso del fiume che scorre nei pressi conferendo al luogo un’atmosfera idilliaca.
Il nome corretto del sito è Gomphu Kora. Il termine "gomphu" si riferisce a uno dei luoghi in cui meditava Guru Rinpoche, mentre kora significa "girare intorno". Guru Rimpoche meditò anche qui e lasciò su una roccia l’impronta del suo corpo, simile a quella visibile nel Kurjey Lhakhang, nel Bumthang.
La figura centrale nel tempio è Guru Rinpoche. A destra si vede Chenresig, nella sua incarnazione dalle 1000 braccia. Sull’estrema destra si trova invece una raffigurazione del demone serpente Gangan Yonga Choephel, che regge uno specchio d’oro nella mano destra. Si ritiene che i dipinti murali visibili all’estrema destra risalgano al XV secolo.
In una teca in vetro chiusa a chiave sono custoditi numerosi oggetti sacri, apparsi qui miracolosamente o portati dal guru. L’oggetto più grande è un uovo di garuda in pietra, molto pesante e dalle forme perfette. Tra le altre reliquie si possono vedere la tradizionale impronta di uno stivale del guru, l’orma del piede della sua consorte Yeshe Tshogyel (all’età di otto anni), l’impronta dello zoccolo del cavallo di Guru Rinpoche e una pietra di forma fallica appartenuta a Pema Lingpa.
L’antico e venerato thondrol di Gom Kora, unico nel suo genere in quanto dipinto e non realizzato in tessuto con applicazioni, è custodito a Gom Kora o nel Chorten Kora, a seconda di quale fonte si ritenga più attendibile. Gom Kora possiede un nuovo thondrol che viene esposto durante lo tsechu nel decimo giorno del secondo mese lunare (marzo o aprile). Durante questa festività, che differisce dalla maggior parte degli altri tsechu, i pellegrini girano intorno al goemba e alla roccia sacra per tutta la notte.
Dietro al goemba si trova una grande roccia nera. Si narra che Guru Rinpoche stesse meditando in una piccola grotta ai piedi della roccia quando gli apparve all’improvviso un demone con le sembianze di un cobra. Allarmato, il guru si alzò immediatamente in piedi lasciando sul soffitto della grotta l’impronta del proprio copricapo appuntito e poi si trasformò in un garuda, lasciando nei pressi l’impronta delle sue ali. Il guru si accordò quindi con il demone affinché egli se ne stesse in disparte fino al termine della meditazione. L’intesa venne firmata con l’impronta del pollice, visibile ancora oggi nella pietra. Anche il serpente lasciò un’impronta di colore chiaro, che è possibile vedere in alto sulla roccia.
Uno stretto passaggio per misurare i peccati conduce dalla grotta a un’uscita sotto la roccia: chi è riuscito a passare racconta che per attraversare la grotta fino all’uscita occorre strisciare come serpenti. I visitatori verificano il livello dei propri peccati e le proprie abilità alpinistiche tentando di arrampicarsi lungo il fianco della roccia (la "scalinata delle dakini", esseri celestiali femminili), un’impresa che riesce soltanto ai più virtuosi. In alcuni giorni propizi, da un crepaccio nella roccia sgorga acqua santa che si ritiene fosse il nettare dell’immortalità del guru, e i pellegrini si mettono in fila per riempire le loro bottiglie con l’aiuto di un cucchiaio. Potreste anche incontrare donne senza figli portare una pesante pietra sacra lungo il tracciato del kora per aumentare le probabilità di concepimento.
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