Da Sengor a Kuri Zampa
Il successivo tratto di strada è il più selvaggio del paese. Circa 5 km oltre la valle di Sengor la strada affronta una ripida discesa nella valle del Kuri Chhu, tenendosi a ridosso di una parete di roccia, con numerosi corsi d’acqua e cascatelle che attraversano la carreggiata. Nebbia e nuvole, molto frequenti su questo versante del valico, rendono difficile vedere ciò che si trova sotto di voi, cosa di cui dovreste essere profondamente grati, dal momento che spesso non c’è altro che il vuoto!
Dieci chilometri dopo Sengor la strada oltrepassa un chorten e una torre delle telecomunicazioni al Latong La. Dopo altri 3 km una piazzola consente di ammirare la vista della Cascata di Namling, che si tuffa verso il basso al di sotto della strada: dopo le piogge monsoniche il sito si trasforma in un vero spettacolo. Sul posto si trovano numerosi chorten, eretti in memoria degli almeno 300 operai indiani e nepalesi che hanno perso la vita durante la costruzione di questo tratto di strada. Guidando lungo lo stretto tracciato incastrato nel fianco verticale della parete rocciosa, è difficile non pensare continuamente che potreste facilmente seguire lo stesso destino. Targhe con preghiere incise e tridenti di Shiva offrono ai viaggiatori una protezione spirituale. Nella zona non esistono insediamenti umani, se si fa eccezione per il campo di Namling, a 20 kmda Sengor, dove una squadra di operai lavora freneticamente alla manutenzione della strada per impedire che frani nel vuoto lungo il fianco della montagna.
A circa da 17 km da Namling, dopo una lunga discesa che attraversa il fianco di una parete rocciosa, la strada raggiunge un terreno più sicuro, uscendo dal territorio del Thrumshing La National Park. A Yong Khola il tracciato emerge nella parte più elevata di un’ampia valle laterale del Kuri Chhu, un ambiente verde e rigoglioso, ricco di bambù, felci e sanguisughe (oltre che ideale per il birdwatching). La strada si snoda tortuosa in mezzo a campi di granoturco e oltrepassa il nuovo Tidangbi Lhakhang fino a raggiungere il fondovalle. Alla vista appaiono risaie terrazzate e coltivazioni di frutti tropicali come mango e ananas.
Sulla sommità di un’altura sulla sponda opposta del fiume, nei pressi del villaggio di Menchugang all’altezza del Km 123, si incontrano lo rovine dello Shongar Dzong. In effetti non c’è molto da vedere - solo qualche pietra delle mura nascosta tra gli alberi sulla cima di una collinetta –, ma si crede che questo fosse uno dei primi e più grandi dzong del paese, forse eretto intorno al 1100. Come Trongsa, Shongar possedeva un certo potere, grazie al fatto che il suo dzong era situato in posizione strategica, ideale per controllare i movimenti delle carovane che si spostavano fra il Bhutan orientale e quello occidentale. Il nuovo dzong fu costruito nella cittadina di Mongar quando quello vecchio venne distrutto da un incendio nel 1899. È possibile salire a piedi fino alle rovine in circa 20 minuti seguendo un tratto afoso e disagevole ma ricco di avifauna.
Un paio di chilometri più avanti si trova Lingmethang (650 m), che dista 57 km da Sengor e vanta quattro strutture ricettive adiacenti situate nei pressi della strada; tutte e quattro offrono bevande calde, birra fredda e frutta di stagione.
La strada piega ora a nord, all’altezza di un chorten che segna l’innesto con la valle principale del Kuri Chhu. A Kuri Zampa (570 m) si raggiunge infine il fondovalle, dopo un’impressionante discesa di 3200 m dal valico. Uscite dal vostro veicolo e respirate la dolce e densa aria del luogo prima di alleggerire alla svelta il vostro abbigliamento. Sul lato orientale di un ponte decorato da bandiere di preghiera si trova un grande chorten in cemento, ispirato a quello di Bodh-nath, in Nepal; si dice che conservi reliquie provenienti dallo Shongar Dzong originale. Accanto al ponte si trova una manifattura abbandonata dove un tempo veniva estratto l’olio di citronella, pianta selvatica assai diffusa in questa regione.
Una strada secondaria scende a valle fino alla nuova cittadina di Gyalpozhing e all’impianto per la produzione di energia elettrica del Kuri Chhu, oltre il quale una strada recente prosegue fino a Nanglam, sul confine indiano.
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