Se avete in programma di visitare il magico Kgalagadi Transfrontier Park (054-561 2000; www.sanparks.org/parks/kgalagadi; interi/bambini R192/96), uno degli ultimi, straordinari e incontaminati ecosistemi del pianeta, preparatevi ad affrontare un viaggio lento e faticoso fino ai confini della terra lungo strade accidentate e polverose che si snodano tra dune color cremisi. Ma non appena avrete messo piede nel primo parco transnazionale del continente africano, stretto tra la Namibia e il Botswana sud-occidentale nell’estremo nord del Northern Cape, vi renderete conto che nonostante la fatica il lungo viaggio valeva sicuramente la pena.

Il Kgalagadi è una terra selvaggia caratterizzata da condizioni climatiche estreme e da frequenti periodi di siccità, le cui sabbie rosse e bianche in perenne movimento sono interrotte solo da arbusti spinosi e da letti di fiumi asciutti. Tuttavia, nonostante l’aridità e la desolazione del paesaggio, questo territorio brulica di vita ed è uno dei migliori posti del mondo in cui avvistare i grandi felini, in particolare i ghepardi. Dai leoni dalla criniera nera ai branchi di ululanti iene macchiate, il parco ospita infatti circa 1775 predatori, tra cui si contano circa 200 ghepardi, 450 leoni e 150 leopardi. Se a tutto ciò si aggiunge lo spettacolo degli immensi tramonti infuocati e dei vellutati cieli notturni trapuntati da milioni di stelle, vi sembrerà di essere entrati in un libro di fiabe.

Con i suoi 37.991 kmq di superficie (di cui 9591 kmq in territorio sudafricano), il Kgalagadi è una delle più vaste aree naturalistiche protette del continente africano. Priva di recinzioni o di barriere, la riserva permette la migrazione indisturbata delle antilopi, costrette nei periodi di siccità a coprire enormi distanze per trovare acqua e cibo.

L’ambiente semiarido del parco (con circa 250 mm di piogge l’anno) è in realtà più ricco di quanto non sembri. Infatti consente la sopravvivenza di una nutrita popolazione di uccelli, rettili, roditori, piccoli mammiferi e antilopi che, a loro volta, mantengono in vita un gran numero di predatori. Gli animali non mostrano in genere intolleranza nei confronti dei veicoli, e ciò consente ai visitatori la straordinaria opportunità di osservarli da molto vicino.

Il paesaggio è di una bellezza indescrivibile. Nel tratto tra il Nossob River e l’Auob River (due fiumi generalmente asciutti), le dune del Kalahari assumono il caratterisco colore rosso dovuto alla presenza di ossido di ferro nel terreno. In altre zone la sabbia presenta tonalità che variano dal rosa al giallognolo e al grigio, mentre, in seguito alle piogge, la comparsa delle prime tenere erbe colora la terra di un soffice manto di colore verde intenso.

La stagione migliore per una visita al parco è l’inverno (da maggio ad agosto), quando il clima è più fresco (di notte la temperatura scende anche sotto zero) e gli animali trovano riparo negli anfratti del terreno lungo il letto asciutto dei fiumi. Nei mesi di settembre e ottobre il termometro sale, ma il clima rimane secco. Il periodo delle piogge va da novembre ad aprile e, se piove, molti animali si disperdono verso i freschi pascoli della pianura, un fatto che ne rende più difficile l’avvistamento. Al contrario, il caldo estremo dell’estate, con temperature che superano i 40°C all’ombra all’inizio dell’anno, costringe gli animali a trascorrere la giornata sguazzando nelle pozze d’acqua, e in questi mesi è quindi più facile avvistarli. Nonostante le alte temperature estive, le strutture ricettive all’interno del parco tendono ad affollarsi tra l’inizio di dicembre e la metà di gennaio, durante il periodo delle vacanze scolastiche.

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