Incuneato nell’angolo nord-orientale del Portogallo, il parco di 852 kmq dalla forma allungata si estende per 120 km seguendo il corso del Rio Douro e l’imponente gola che il fiume ha scavato lungo il confine con la Spagna. Le alte pareti granitiche della gola costituiscono l’habitat naturale per diverse specie di uccelli a rischio di estinzione, tra cui la cicogna nera, il capovaccaio, il grifone, il falco pellegrino, l’aquila reale e l’aquila di Bonelli.
L’habitat umano è altrettanto fragile. Nelle pianure ondulate che costeggiano il bordo del canyon sorgono circa 35 villaggi, molti dei quali ancora abitati dai discendenti dei condannati all’esilio in epoca medievale e degli ebrei in fuga dall’Inquisizione. L’isolamento della regione ha permesso ai suoi abitanti di conservare usi e tradizioni di origine ancora più antica, come la celtica dança dos paulitos. In questi villaggi, tutt’oggi molti parlano il mirandês, una lingua indipendente sia dallo spagnolo sia dal portoghese, che gli studiosi ritengono discendere dal latino iberico; nelle zone più settentrionali del parco noterete i nomi delle località scritti tanto in portoghese quanto in mirandês.
A mano a mano che si procede verso sud lungo il corso del fiume, il territorio assume un aspetto tipicamente mediterraneo, con uliveti e boschi di castagni che ricoprono dolci colline. Ancora più a sud si entra nella regione di produzione del porto.
Le cartine del parco sono, come nel resto del Portogallo, di difficile reperimento. All’epoca della nostra visita, era disponibile una gratuita cartina generica del parco e un paio di cartine dettagliate dei sentieri escursionistici (€0,50 l’una); tutte le altre pubblicazioni erano esaurite, disponibili solo in consultazione o in fotocopia. Presso l’ufficio di Mogadouro il personale è in grado di rispondere in inglese alle vostre domande, ma le pubblicazioni sul parco sono tutte in portoghese.
Miranda do Douro e Mogadouro sono i migliori punti di partenza per esplorare il parco.
