La storia di Sipán assomiglia alla sceneggiatura di un film di Indiana Jones: tesori sepolti, huaqueros, polizia, archeologi e almeno un omicidio. Il sito archeologico (interi S8; 9-17), conosciuto anche con il nome di Huaca Rayada, fu scoperto dagli huaqueros del vicino villaggio di Sipán. Quando all’inizio del 1987 il dottor Walter Alva, un archeologo del posto, vide comparire sul mercato nero un’enorme quantità di oggetti molto elaborati, si rese conto che doveva essere in corso il saccheggio di una straordinaria necropoli nella zona di Chiclayo. Alcune indagini discrete portarono il dottor Alva ai tumuli di Sipán. All’occhio non allenato i tumuli appaiono come semplici collinette di terra, ma nel 300 d.C. erano grandi piramidi tronche costruite con milioni di mattoni di adobe.

Almeno una delle tombe più importanti era già stata saccheggiata, ma il pronto intervento degli archeologi locali e delle forze dell’ordine impedì ulteriori razzie. Fortunatamente vennero portate alla luce molte altre sepolture che i tombaroli non avevano individuato, alcune ancora più belle di quelle saccheggiate, tra cui l’eccezionale tomba reale moche di colui che oggi è conosciuto come "Signore di Sipán". Nei primi affannosi giorni di lotta sui sepolcri, la polizia uccise addirittura uno huaquero. Ma gli abitanti di Sipán non erano contenti di perdere quello che consideravano il proprio tesoro. Per risolvere il problema, la gente del posto venne invitata a partecipare agli scavi, alle ricerche e alla tutela del sito, che oggi fornisce a molti di loro un posto di lavoro stabile. L’intera storia è stata raccontata in modo dettagliato dal dottor Alva sul National Geographic nei numeri pubblicati nell’ottobre del 1988 e nel giugno del 1990, e nell’edizione del maggio 1994 di Natural History .

Il Signore di Sipán si rivelò essere un importante capo moche, come dimostra la sua elaborata sepoltura in una bara di legno circondata da centinaia di oggetti realizzati in oro, ceramica e minerali semipreziosi. Attorno, un entourage formato dalla moglie, due fanciulle, un ragazzo, un capo militare, un portabandiera, due cani e un lama. Un’altra tomba importante ospitava il Sacerdote, accompagnato nella vita ultraterrena da un numero di tesori altrettanto impressionante, nonché da alcuni bambini, da un guardiano a cui avevano tagliato i piedi e da un lama senza testa. Gli archeologi non sono riusciti a dare una spiegazione sul perché alcune parti del corpo siano state rimosse, ma pensano che i membri di spicco dell’élite moche ci tenessero a portare con sé nell’aldilà le persone che avevano fatto parte del loro seguito in vita.

Alcune delle tombe sono state restaurate e vi si possono ammirare le copie degli oggetti presenti al momento della sepoltura: avrete dunque modo di rendervi conto dell’aspetto che avevano prima di essere chiuse, più di 1500 anni fa. Di fronte all’ingresso c’è il Museo de Sitio Sipán (ingresso S8, ingresso incluso nel biglietto per il sito; 9-17 lun-ven), inaugurato nel gennaio del 2009, che merita una visita - si noti però che i reperti più interessanti, come i resti del Signore di Sipán e del Sacerdote, sono custoditi nel Museo Tumbas Reales de Sipán a Lambayeque, dove giunsero dopo essere stati portati in giro per il mondo per essere esposti in una serie di mostre. È possibile ingaggiare guide che parlano spagnolo e inglese (S30).

Le agenzie di viaggi di Chiclayo organizzano visite guidate in giornata al prezzo di circa S50. In alternativa si può raggiungere il sito con uno degli autobus per Sipán (S3, 45 min), che partono con buona frequenza dal Terminal de Microbuses Epsel di Chiclayo.

Sipán: organizza il viaggio

Sipán: informazioni utili

Valuta

PEN - Sol peruviano

Sipán: articoli e consigli

Sipán: guide di viaggio