Queste imponenti rovine, di notevole importanza sia religiosa sia militare, sono le più suggestive tra quelle situate nelle immediate vicinanze di Cuzco. Il nome in lingua quechua significa "falco soddisfatto". Sacsaywamán sembra molto vasto, ma ciò che i visitatori vedono oggi corrisponde ad appena il 20% della struttura originaria. Subito dopo la conquista, gli spagnoli abbatterono molti muri e utilizzarono i blocchi di pietra per costruire le loro case a Cuzco, ma lasciarono i massi più grandi e imponenti, soprattutto quelli che formavano gli spalti principali.

Nel 1536 il forte fu teatro di una delle battaglie più aspre della conquista spagnola. Poco più di due anni dopo l’ingresso di Pizarro a Cuzco, il ribelle Manco Inca si rimpossessò di Sacsaywamán, approfittando dello scarso numero di spagnoli posti a guardia del sito, e lo usò come base per porre sotto assedio i conquistadores a Cuzco. Manco era sul punto di sconfiggere gli spagnoli, quando, con un disperato attacco condotto da 50 cavalleggeri guidati da Juan Pizarro, fratello di Francisco, questi ultimi riuscirono a riprendere Sacsaywamán e a mettere fine alla rivolta. Manco Inca sopravvisse e si ritirò nella fortezza di Ollantaytambo, ma i suoi soldati furono quasi tutti uccisi. Le migliaia di cadaveri sparsi in questo luogo dopo la sconfitta degli incas attirarono grandi stormi di condor andini. La tragedia venne ricordata aggiungendo otto condor nello stemma di Cuzco.

Il sito è composto da tre aree distinte, la più singolare delle quali è quella delimitata da magnifiche fortificazioni a zigzag su tre livelli. Una pietra ha l’incredibile peso di oltre 300 tonnellate. Fu il nono inca, Pachacutec, a dare alla città di Cuzco la forma di un puma, del quale Sacsaywamán era la testa e le 22 mura a zigzag i denti. Le mura costituivano al tempo stesso un sistema difensivo estremamente efficace, perché costringevano i nemici a trovarsi sempre con un fianco esposto.

Di fronte c’è la collina chiamata Rodadero, con i suoi muri di contenimento, le rocce levigate e una serie di belle panche finemente scolpite nella pietra conosciute come "il trono dell" inca ". Un tempo sopra queste mura si ergevano tre torri. Ora ne sono rimaste soltanto le fondamenta, ma i 22 m di diametro di quella più grande, Muyuc Marca, danno un’idea di quanto fossero massicce. Con le sue condutture in pietra perfettamente incorporate, questa torre probabilmente veniva utilizzata come capiente cisterna per l’acqua necessaria alla guarnigione. Altre costruzioni che fanno parte dei bastioni fungevano da magazzini per le scorte alimentari e offrivano riparo a circa 5000 guerrieri. Quasi tutte queste strutture furono abbattute dagli spagnoli e in seguito dagli abitanti di Cuzco.

Tra i bastioni a zigzag e la collina spicca una grande piazza d’armi dove oggi si svolge il pittoresco spettacolo per turisti dell’Inti Raymi, che si tiene tutti gli anni il 24 giugno.

Per salire a piedi fino al sito da Plaza de Armas ci vogliono da 30 a 50 minuti, quindi assicuratevi di esservi abituati all’altitudine prima di affrontare la salita. Se si arriva all’alba si ha il vantaggio di poter ammirare il luogo in completa solitudine, o quasi, anche se bisognerebbe evitare di visitare il sito da soli a quest’ora del giorno.

In alternativa, si può fare un tour in taxi inserendo anche Q’enko, Pukapukara e Tambomachay (S55).

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