Souvannakhomkham
In un’ampia ansa del Mekong giacciono sparse le rovine di Souvannakhomkham, un’antica città che fu ricostruita intorno al 1560 dal re del Lan Xang Sai Setthathirat. Tutto ciò che si può vedere oggi sono alcuni cumuli di mattoni che un tempo erano stupa e un paio di fatiscenti statue del Buddha. Questi pochi resti sono disseminati su un’ampia superficie quasi completamente pianeggiante, occupata da vasti campi di granoturco. La maggiore concentrazione di rovine si trova a 900 m di distanza dal sentiero che collega Ban Don That e Ban Hanjin. Per raggiungere questo sito da Tonpheung, bisogna proseguire per 8 km in direzione sud-ovest e svoltare a destra all’altezza di un cartello con la scritta in lao riconoscibile per il fatto di recare il numero "900". A questo punto si deve girare a sinistra subito prima di arrivare al Buddha di mattoni, una statua alta 7,2 m raffigurante il Buddha seduto, che costituisce l’elemento più famoso del sito. Il luogo in cui sorge questa statua, tra torreggianti alberi di poinciana, è al tempo stesso placido e pervaso da una sottile aura di magia. Sulla sponda thailandese si trova un Buddha dorato di dimensioni maggiori, che si può vedere brillare in lontananza sulla sponda opposta del Mekong. Purtroppo le strade d’accesso a Souvannakhomkham versano in pessime condizioni, essendo dissestate e polverose nei periodi secchi e ricoperte di un mare di fango con la pioggia.
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