Kalávryta, deliziosa località di villeggiatura situata a un’altezza di 756 m sul livello del mare, accoglie i visitatori con la sua corroborante aria di montagna, fresche sorgenti zampillanti e una bella piazza alberata e ombrosa. La cittadina gode di particolare popolarità tra gli ateniesi, che vi arrivano numerosi nei weekend e nella stagione sciistica invernale. Questo comporta che qui i prezzi siano leggermente più alti che in altre località della regione.

Due avvenimenti storici relativamente recenti hanno assicurato a Kalávryta un posto speciale nel cuore dei greci. Il primo episodio riguarda la guerra d’indipendenza: nonostante le molte testimonianze secondo cui i combattimenti erano già cominciati altrove, la versione ufficiale è che la rivolta contro i turchi ebbe inizio qui il 25 marzo 1821, quando il vescovo di Patrasso, Germano, issò la bandiera greca sul Moní Agías Lávras, a 6 km da Kalávryta. Il secondo avvenimento accadde il 13 dicembre 1943 e fu una delle peggiori atrocità commesse dai nazisti in Grecia durante la seconda guerra mondiale: come rappresaglia per le attività di resistenza, i tedeschi diedero alla fiamme la cittadina e ne massacrarono quasi tutta la popolazione maschile di età superiore ai 15 anni (498 persone). Da quel giorno, le lancette dell’orologio della vecchia cattedrale sono ferme alle 2.34, l’ora in cui ebbe inizio la carneficina. La tragedia viene ricordata nel museo allestito nella vecchia scuola, che commemora in modo solenne e toccante le vittime dell’eccidio perpetrato a Kalávryta e in altre località della regione (circa 700 persone in totale).

Sotto il profilo naturalistico, qui vive una specie di farfalla blu documentata solo in questa zona e la regione sta diventando una meta molto apprezzata dagli appassionati di birdwatching.

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