La "Collina dell’uomo" e la "Collina della donna" sono le protagoniste di alcune leggende locali, delle quali esistono alcune varianti. Una di esse racconta di un bambino rapito in tenera età che, divenuto un uomo potente, torna a casa e s’innamora della propria madre. Rifiutandosi si credere alle parole della donna, le chiede di sposarlo. Non sapendo come evitare queste nozze, la donna escogita uno stratagemma: indice una gara tra il proprio gruppo di donne e il gruppo di uomini del figlio per vedere chi per primo costruirà entro l’alba la collina più alta. In caso di vincita della squadra femminile la donna non si concederà in sposa. Nel corso della notte le donne accendono un grande falò, le cui fiamme s’innalzano nel cielo. Gli uomini, credendo che il sole stia sorgendo, depongono gli attrezzi e le nozze vengono così evitate. La gente del luogo ama raccontare questa storia e durante il racconto ognuno aggiunge qualche particolare. L’accesso alla zona costa US$2, tariffa che consente di visitare anche il Wat Nokor.
Durante la stagione delle piogge la collina di Phnom Srei regala belle vedute della campagna. Su di essa si erge una statua di Nandin (il toro sacro cavalcato da Shiva), mentre Phnom Pros è un buon posto dove bere una bibita fresca tra alberi gremiti di curiose scimmie. La zona tra le due colline è stata un campo di sterminio; andando dalla Collina dell’uomo alla Collina della donna s’incontra sulla destra un piccolo stupa di mattoni dorato che custodisce un mucchio di teschi.
Le colline si trovano a circa 7 km di distanza dalla città, sulla strada per Phnom Penh. Di fronte all’ingresso della Phnom Pros sorge il villaggio di Cheung Kok, in cui l’ONG Amica (www.amica-cambodge.org) ha avviato un’iniziativa ecoturistica volta a far conoscere la vita rurale della provincia di Kompong Cham. Gli abitanti del villaggio insegnano ai visitatori le tecniche di raccolta del riso, della palma da zucchero e di altri prodotti della terra. C’è anche un piccolo negozio che vende articoli di artigianato locale.
