Taktshang Goemba
Il Taktshang Goemba (il cui nome significa Monastero della Tana della Tigre) è il monastero più famoso del Bhutan; sorge 900 m sopra il fondovalle, miracolosamente aggrappato al fianco di una ripida parete rocciosa, dove non si ode nulla, a parte il mormorio del vento e dell’acqua, e il cigolio delle ruote di preghiera. Si dice che Guru Rinpoche abbia raggiunto in volo a cavallo di una tigre (una manifestazione della sua consorte Yeshe Tshogyel) il sito dove oggi sorge il monastero per sottomettere il demone locale, Singey Samdrup. In seguito, il guru trascorse i tre mesi successivi a meditare in una grotta.
Il luogo, da tempo riconosciuto come ney (sito sacro), fu visitato da Zhabdrung Ngawang Namgyal nel 1646, mentre Thangtong Gyalpo vi trovò un terma (testo sacro di grande importanza) ed è oggi meta di pellegrinaggio da ogni angolo del Bhutan. Si dice che anche Milarepa abbia meditato qui. Il penlop di Paro, Gyalse Tenzin Rabgye, eresse il primo lhakhang nel 1692, accanto al Dubkhang (chiamato anche Pelphu), la grotta sacra dove Guru Rinpoche si era fermato a meditare.
Il 19 aprile del 1998 un incendio (secondo alcuni doloso, per mascherare un furto) distrusse la struttura principale di Taktshang e tutto ciò che conteneva. Nel 1951 il monastero era già stato sottoposto a restauro dopo un altro incendio. La ricostruzione è iniziata nell’aprile del 2000 ed è costata 130 milioni di ngultrum; il sito ricostruito è stato consacrato nel 2005, alla presenza del re. Secondo la tradizione, l’edificio originario era ancorato al dirupo grazie ai capelli delle khandroma (dakini, entità celestiali di sesso femminile), che avevano caricato sulle loro schiene e trasportato lungo la salita i materiali per la costruzione. La squadra dei restauratori aveva invece a disposizione solo un montacarichi.
La strada asfaltata che raggiunge il parcheggio del Taktshang Goemba si dirama sulla destra 8 km a nord di Paro, e si inerpica per 3 km, oltrepassando un chorten bianco e un piccolo lhakhang, fino a raggiungere l’inizio del sentiero pedonale, a quota 2600 m.