
Simtokha Dzong
Simtokha si trova circa 5 km a sud di Thimphu, sulla vecchia strada per Paro e Phuentsholing, immediatamente oltre l’incrocio con la strada che si dirige verso il Bhutan orientale.
Il Simtokha Dzong, il cui nome ufficiale è Sangak Zabdhon Phodrang (Palazzo del Significato Profondo dei Mantra Segreti), fu costruito nel 1629 dallo Zhabdrung Ngawang Namgyal ed è ritenuto da molti il primo dzong edificato in Bhutan. Ve ne sono in realtà alcuni che risalgono al 1153, ma questo in effetti è il primo dzong fatto costruire dallo Zhabdrung, l’unico che abbia mantenuto intatta la struttura originaria e il primo ad aver riunito monaci e laici in un unico complesso. Poco sopra lo dzong si trova la sede dell’Institute for Language and Culture Studies (Istituto di Cultura e Linguistica).
Durante i lavori di costruzione, il Simtokha Dzong fu preso d’assalto dai tibetani alleatisi con cinque lama bhutanesi appartenenti a scuole buddhiste rivali e ostili alla supremazia dello Zhabdrung; l’attacco fu però respinto e il capo della coalizione, Palden Lama, ucciso. Nel 1630 si verificò una nuova aggressione da parte di tibetani, che questa volta riuscirono a conquistare lo dzong. Lo Zhabdrung, tuttavia, ne riassunse il controllo quando l’edificio principale andò a fuoco e il tetto crollò uccidendo gli invasori. Una descrizione della struttura originaria del Simtokha Dzong ci è stata tramandata da due missionari gesuiti portoghesi che, nel 1629, sostarono in questa zona durante il loro viaggio verso il Tibet.
Il restauro e l’ampliamento dello dzong furono voluti dal terzo druk desi, Mingyur Tenpa, intorno al 1670. Da quell’epoca a oggi la struttura ha subìto diverse altre modifiche e ristrutturazioni, la più recente a opera di una squadra di architetti giapponesi.
Secondo la tradizione, la scelta del luogo per la costruzione di questo dzong fu determinata dalla necessità di sorvegliare un demone che si era nascosto in una roccia; il suo nome, Simtokha, deriva infatti da simmo (demone femminile) e do (pietra). Sulla scelta del luogo, comunque, influirono anche fattori strategici: lo dzong domina sia la valle di Thimphu sia quella che conduce a Dochu La e al Bhutan orientale. Lo dzong occupa un quadrato di circa 60 m per lato e il suo unico ingresso è rivolto a sud (anche se l’ingresso originario si trovava a ovest.)
L’utse è alta tre piani e, dietro le consuete ruote di preghiera, la facciata esterna è decorata con oltre 300 bassorilievi in ardesia dipinta che raffigurano santi e filosofi. La grande statua al centro del lhakhang rappresenta Sakyamuni, accompagnato dalle rappresentazioni di otto bodhisattva. I dipinti custoditi all’interno del lhakhang sono tra i più belli e i più antichi in tutto il Bhutan. Nella cappella occidentale ci sono statue di Chenresig, alcune Tara verdi e bianche, e un’antica pittura dello Zhabdrung Ngawang Namgyal, restaurata nel 1995 ma ancora rovinata. Non perdetevi le code di tigre e le pistole che pendono dai pilastri nel goenkhang orientale. La cappella dei protettori è dedicata alle divinità protettrici del Bhutan, Yeshe Goenpo (Mahakala) e Pelden Lhamo.
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