Attraversando il ponte, fummo testimoni di una curiosa trasformazione. Così come Alice, oltrepassato lo specchio, si trovò in un mondo nuovo e bizzarro, allo stesso modo noi, una volta sull’altra sponda del Pachhu, ci sentimmo trasportati da una magica e fantastica macchina del tempo, tornando indietro nei secoli fino al feudalesimo di un’epoca medievale.

Conte di Ronaldshay, Lands of the Thunderbolt (1923)

La valle di Paro è senza dubbio una delle più belle del Bhutan. Salici e meli fiancheggiano molte strade, mentre l’intonaco bianco di templi e fattorie crea un gradevole contrasto con il verde dei campi terrazzati, e i pendii ammantati dai boschi su entrambi i versanti conferiscono al luogo un’atmosfera di placida, naturale bellezza.

La terra fertile, il clima mite e la rete di vie commerciali provenienti dal Tibet hanno regalato alla popolazione di Paro una solida agiatezza. Per la maggior parte del XIX secolo Paro ha ospitato la sede del governo e ha costituito il fulcro commerciale, culturale e politico del paese.

Numerosi trekking hanno inizio a Paro o nelle sue immediate vicinanze. Il Sentiero del Druk sale in direzione est fino a un passo a quota 4200 m prima di scendere verso Thimphu. Il trekking del Jhomolhari, quello di Laya-Gasa e quello dell’Uomo delle Nevi si spingono tutti verso ovest dal Drukgyel Dzong, fino al campo base del Jhomolhari e alle spettacolari regioni alpine di Gasa e Laya.

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