Da Bondey a Chhuzom
Se provenite dall’aeroporto, incontrerete subito il piccolo insediamento di Bondey, dove si trovano alcune suggestive cappelle e case tradizionali.
A circa 1 km da Bondey sorge la Fabbrica d’Incenso Tshenden (271352; lun-sab), a gestione familiare, dove potrete assistere al procedimento di bollitura, colorazione ed essiccazione degli incensi, purché la vostra guida abbia telefonato in anticipo per avvertire della visita. Un paio di chilometri più avanti, a Shaba, ci sono due siti che sorgono sulla parete rocciosa. Un breve sentiero che ha inizio nei pressi del campo di addestramento militare conduce all’eremo di Drak Ngagpo (Falesia Nera), mentre poco oltre lungo una strada sterrata si arriva al Drak Kharpo (Falesia Bianca), un monastero aggrappato alla parete di roccia dove Guru Rinpoche meditò per diversi mesi. A Isuna, a 12 km da Bondey e a 8 km da Chhuzom, la strada attraversa un ponte e raggiunge la sponda meridionale del Paro Chhu.
Circa 5 km prima di Chhuzom, si passa accanto al Tamchhog Lhakhang, un tempio privato sulla sponda opposta del fiume, di proprietà dei discendenti del famoso costruttore di ponti tibetano, Thangtong Gyalpo. Il tradizionale ponte di ferro che si trova qui è stato ricostruito nel 2005 utilizzando alcuni degli anelli di ferro originali, serviti a Thangtong per il ponte di Duksum, nel Bhutan orientale. Si ritiene che la piccola grotta sopra il ponte sia stata l’accesso alla miniera di ferro di Thangtong, ma anche la bocca del serpente immaginario che dà forma al pendio su cui è costruita la cappella.
Entrando in questo tempio, costruito 600 anni fa, sembra quasi di sentir rallentare lo scorrere del tempo. Nel corso dei secoli, i bei dipinti murali sono stati anneriti dal fumo delle lampade a burro di yak. Nella cappella centrale, un kora (percorso circolare di deambulazione) permette di osservare i dipinti murali che ritraggono Thangtong Gyalpo e suo figlio Dewa Tsangpo. La porta che conduce al goenkhang (cappella del protettore) del piano superiore è incorniciata da file di teschi e da un becco di bucero, ed è dedicata allo spirito protettore del luogo, Maza Damsum. Si tratta di un luogo davvero magico da visitare.
Chhuzom, più noto come "la Confluenza" si trova alla confluenza del Paro Chhu e del Wang Chhu (chhu significa "fiume", zom significa "unire"). Poiché, secondo la tradizione bhutanese, tale unione è considerata funesta, sul posto sorgono tre chorten, costruiti per tenere lontani i sortilegi nefasti. Ogni chorten è stato realizzato in uno stile diverso: bhutanese, tibetano e nepalese.
Chhuzom è anche un importante snodo stradale, con tracciati che portano a sud-ovest, verso Haa (79 km), a sud, verso la cittadina di confine di Phuentsholing (141 km), e a nord-est, verso Thimphu (31 km). I coltivatori locali siedono spesso sul ciglio della strada, per vendere verdure, mele e formaggio disidratato.
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