
L’Inca Trail, il più famoso trekking di tutto il Sud America, richiede quattro giorni ed è percorso ogni anno da migliaia di persone. Sebbene sia lunga solo 43 km, l’antica pista tracciata dagli incas per collegare la Valle Sacra a Machu Picchu si snoda in un continuo saliscendi, disegnando giri tortuosi e superando tre passi montani di alta quota. Lungo questo percorso oggi conosciuto come Inca Trail si aprono vedute stupende dei fiumi e delle praterie in lontananza, dei monti incappucciati di neve e della foresta nebulare piena di orchidee - camminare da una rovina precolombiana all’altra è un’esperienza indimenticabile, quasi mistica.
Per informazioni su un itinerario alternativo all’Inca Trail .
L’escursione
Quasi tutte le agenzie di trekking organizzato il trasporto in autobus fino al punto di partenza del sentiero, conosciuto anche come Piscacucho o km 8 della ferrovia per Aguas Calientes.
Dopo aver attraversato il Río Urubamba (2600 m) e sbrigato le formalità di registrazione, imboccherete il sentiero che sale gradualmente costeggiando il fiume fino al primo sito archeologico, Llactapata ("città in cima alle terrazze"), per poi dirigervi a sud e scendere in una valle laterale del Río Cusichaca (se partite dal km 88, girate a ovest dopo aver attraversato il fiume per raggiungere il sito di Q’ente ("colibrì"), che dista circa 1 km ed è poco visitato, per poi tornare verso est e proseguire fino a Llactapata sul sentiero principale).
Il sentiero si dirige verso sud e dopo 7 km raggiunge l’insediamento di Wayllabamba ("pianura erbosa"; 3000 m), nei pressi del quale molti gruppi dei viaggi organizzati si fermano a campeggiare la prima notte. Qui è possibile acquistare bibite in bottiglia e spuntini energetici; prendetevi una pausa per ammirare la cima innevata del Nevado Verónica (5750 m).
Wayllabamba è situato nei pressi della confluenza dei fiumi Llullucha e Cusichaca. Si attraversa il Río Llullucha, per poi affrontare una ripida salita costeggiando il fiume. Questa zona è nota come Tres Piedras (o "tre pietre bianche"; 3300 m), sebbene i massi in questione non siano più visibili. Da qui parte una lunga e ripidissima salita di 3 km attraverso boschi umidi.
Alla fine il sentiero emerge sull’alto e spoglio fianco della montagna di Llulluchupampa (3750 m), dove è disponibile dell’acqua, e la pianura è disseminata di aree per il campeggio; le notti sono molto fredde. Questo è il punto più lontano che si può ragionevolmente raggiungere nel corso del primo giorno, anche se molti gruppi vi passano in realtà la seconda notte.
Da Llulluchupampa un bel sentiero risale il lato sinistro della valle per due o tre ore giungendo al passo di Warmiwañusca, noto anche con il pittoresco nome di "passo della donna morta". Questo valico si trova a 4200 m sopra il livello del mare ed è il punto più alto di tutto l’itinerario; sono molti gli escursionisti, anche allenati, che arrivano qui senza fiato. Da Warmiwañusca si possono vedere il Río Pacamayo (Río Escondido), molto più in basso, e le rovine di Runkurakay, a mezza costa dell’altura che sovrasta il fiume.
Il sentiero prosegue con una lunga e ripida discesa che mette a dura prova le ginocchia e arriva fino al fiume, dove troverete ampie aree per il campeggio a Paq’amayo. A circa 3600 m di quota si attraversa il fiume tramite un ponticello pedonale, quindi il sentiero sale verso Runkurakay (3750 m; "edificio a forma d’uovo"), un edificio circolare in rovina dal quale si aprono splendide vedute. Si trova a circa un’ora di cammino.
Sopra Runkurakay, il sentiero sale fino a una falsa vetta e poi prosegue oltrepassando due piccoli laghi per arrivare in cima al secondo passo, a 3050 m di altitudine, che offre vedute della Cordillera Vilcabamba coperta di neve. Scendendo da questo passo noterete un cambiamento nella vegetazione - vi trovate ora sul versante orientale (amazzonico) delle Ande e il paesaggio diventa via via più lussureggiante. Il sentiero scende alle rovine di Sayaqmarka ("città dominante"), un complesso di strutture addossate le une alle altre su un piccolo sperone di roccia che offre un panorama incredibile. Il sentiero continua a scendere e attraversa un affluente superiore del Río Aobamba ("pianura ondulata").
Il sentiero conduce poi attraverso un argine inca e prosegue con una dolce salita in mezzo a un bel tratto di foresta nebulare e a una galleria inca scavata nella roccia. È un tratto relativamente pianeggiante che ben presto vi condurrà al terzo passo, a quasi 3600 m di quota, che regala vedute gloriose sulla Valle del Río Urubamba, e a una serie di zone per il campeggio dove alcuni gruppi trascorrono l’ultima notte - con il vantaggio di poter ammirare lo spettacolo del sole che tramonta su un paesaggio davvero stupendo, ma con lo svantaggio di dover ripartire alle 3 del mattino e proseguire velocemente per raggiungere la Porta del Sole in tempo per l’alba. Se piantate la tenda qui, il mattino successivo dovrete fare attenzione a non scivolare lungo il ripido pendio. Subito sotto il passo sorgono le belle rovine di Phuyupatamarka ("città sopra le nuvole"), ben restaurate e situate a circa 3570 m sul livello del mare. Il sito presenta sei belle vasche cerimoniali con l’acqua che scorre dall’una all’altra. Da Phuyupatamarka si prosegue con una discesa vertiginosa e ci si immerge nella foresta nebulare sottostante, seguendo una scalinata inca composta da diverse centinaia di gradini costruiti con incredibile perizia (può essere snervante nelle prime ore del mattino: portate una torcia elettrica). Dopo due o tre, il sentiero inizia a zigzagare scendendo fino a un edificio bianco con il tetto rosso crollato, dove si trova l’area in cui si può trascorrere l’ultima notte.
Dietro il vecchio pub in disuso ha inizio un sentiero di 500 m che conduce al piccolo e stupendo sito inca di Wiñay Wayna (che si scrive anche Huiñay Huayna), termine che può essere tradotto in vari modi: "eternamente giovane", "seminare la terra giovane" e "ringiovanire" (in opposizione a "invecchiare"). Peter Frost scrive che questo è il nome quechua di un’orchidea (Epidendrum secundum) che fiorisce in questa zona tutto l’anno. L’area per il campeggio di Wiñay Wayna regala una delle vedute più spettacolari dell’intera pista, soprattutto all’alba. Il celebre bar che si trovava qui è in rovina e non più funzionante. Un sentiero sconnesso porta da questo sito ad altre spettacolari rovine, caratterizzate da terrazzamenti, note con il nome di Intipata; è meglio visitarle lo stesso giorno in cui arrivate a Wiñay Wayna (se siete interessati, mettetevi d’accordo con la vostra guida).
Dal posto di controllo di Wiñay Wayna, il sentiero serpeggia lungo il profilo della montagna attraversando la foresta nebulare, senza grossi dislivelli e, dopo circa due ore di cammino, arriva a Intipunku ("porta del sole") - il penultimo sito che troverete lungo il percorso, dove per tradizione gli escursionisti abbracciano con lo sguardo per la prima volta il maestoso Machu Picchu e aspettano l’alba per ammirare il sole che fa capolino dalle montagne circostanti.
La trionfale discesa finale richiese quasi un’ora. Gli escursionisti in genere arrivano molto prima dei turisti che viaggiano in treno e, anche se stanchi, sono entusiasti di raggiungere la meta senza doversi fare strada fra i gruppi di turisti freschi e riposati che scendono dal primo treno proveniente da Cuzco.
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