Anche quando famelici sciami di zanzare rendono la vita infernale alle creature a sangue caldo, i laghi remoti, le umide paludi di tundra e, a sud, la più grande distesa di taiga vergine della Norvegia conferiscono un fascino particolare al piccolo Parco Nazionale di Øvre Pasvik, in fondo alla Valle del Pasvik.

Situato circa 100 km a sud di Kirkenes ed esteso su una superficie di 200 kmq, questo ultimo lembo di Norvegia somiglia più alla Finlandia, alla Siberia o perfino all’Alaska. Nel parco scorrazzano ancora liberamente lupi, ghiottoni e orsi bruni, ma il luogo è popolato anche da alci e da uccelli relativamente rari come la ghiandaia siberiana, il ciuffolotto delle pinete, l’organetto artico e la pesciaiola.

La cultura komsa dell’Età della Pietra, fondata sulla caccia, ha lasciato la sua impronta sotto forma di trappole per animali sparse intorno al Lago Ødevann e in altre zone della regione; alcune risalgono al 4000 a.C. In tempi più recenti, ossia verso la metà del XIX secolo, agricoltori provenienti dalla Norvegia meridionale si stabilirono nella zona con il sostegno del governo, colonizzando così queste terre quasi vergini e contribuendo a rivendicare per la Norvegia questo territorio di frontiera mal definito.

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