Virgohamna, situata sull’isola spoglia e sassosa di Danskøya, a nord-ovest di Spitsbergen, è uno dei luoghi più suggestivi di questa parte dell’arcipelago, perché sulla sua spiaggia solitaria giacciono sparse le tracce di molti sogni infranti. Fra queste, i resti di tre antichi fornelli usati per cuocere il grasso di balena dai cacciatori di stanza qui nel XVII secolo e otto tombe in pietra risalenti alla stessa epoca. Troverete anche le rovine di un cottage costruito dall’esploratore inglese Arnold Pike, che salpò verso nord sul battello Siggen e trascorse un inverno nutrendosi di carne di renna e di orso polare.
L’esploratore successivo che partì da Virgohamna fu l’ingegnere svedese Salomon August Andrée, che nell’estate del 1897 prese il volo sul suo dirigibile nella speranza di raggiungere il Polo Nord. Il destino di questa spedizione rimase ignoto fino al 1930, quando alcuni cacciatori di foche approdati sull’Isola di Kvitøya scoprirono che l’impresa dello svedese era tragicamente finita lì.
In seguito, nel 1906, il giornalista Walter Wellman, sponsorizzato da un quotidiano statunitense, tentò nuovamente di raggiungere il Polo Nord in dirigibile, ma fu un altro fallimento. Tornò l’anno successivo per riprovarci, ma il velivolo venne gravemente danneggiato durante una tempesta. Al suo terzo tentativo, nel 1909, riuscì a volare fino a 60 km dal Polo, ma una serie di problemi tecnici lo costrinse a rinunciare all’impresa, questa volta definitivamente, soprattutto perché gli era giunta voce che Robert Peary aveva già raggiunto la meta prima di lui (anche se oggi ci sono molti dubbi sul successo di questa spedizione). Tutto ciò che resta oggi di queste avventure (comprese decine di bidoni di carburante da 44 galloni arrugginiti) è posto sotto tutela. I danni da erosione provocati dai pochi viaggiatori che sono riusciti ad arrivare fin qui sono però notevoli, quindi, per non aggravare la situazione, restate sempre sui sentieri segnati.
