Nindirí
Situata soltanto 3 km a nord di Masaya, Nindirí è una località assai più gradevole e, all’epoca dei chorotega, era forse persino più importante di Monimbó. Vanta molti tesori archeologici, come potrete constatare di persona presso il minuscolo Museo Tendirí (8954-0570; parque central, 1c N; è gradita un’offerta; 8-12 e 4-17 lun-ven). All’interno di questo edificio dalle tinte allegre sono ammassate grandi quantità di ceramiche, antiche sculture e manufatti di epoca coloniale (3000 in tutto) di valore inestimabile.
Se la donna che solitamente gestisce il museo è assente, in alternativa si può visitare la chiesa cattolica del 1529, restaurata più volte ma sempre nel rispetto della semplicità della struttura originaria in adobe. Qui è custodito il Cristo del Volcán, cui si attribuisce il merito di aver impedito a una colata lavica di distruggere la cittadina durante l’eruzione del 1772, quando si aprì il cratere di Santiago.
I più avventurosi possono compiere la breve escursione alle Cascadas Cailagua e alle incisioni rupestri. Si parte dal cimitero vicino all’empalme (trivio): percorrete la strada che attraversa il cimitero fino a raggiungere il trivio; qui girate a destra e seguite il sentiero che varca la recinzione e attraversa il parco. La cascata sarebbe più bella senza l’immondizia (e i liquami non trattati), ma almeno nei pressi c’è una suggestiva parete di incisioni rupestri.
Purtroppo a Nindirí non ci sono alberghi, ma il tour operator Harold Ramos (8629-1983), che ha sede presso il Colegio Oreana Teresa (parque central, 2½c O), può organizzarvi il pernottamento in città (US$6 per persona) o in campagna (US$5). Per i pasti mettete in conto altri US$3.
Il ristorante migliore di Nindirí è La Llamarada (parque central, 3c S; piatti US$4-7; chiuso mar), dove potrete rimpinzarvi con sostanziosi menu fissi. Il suo bistec encebollado (manzo con cipolle fritte) è davvero indimenticabile.