Il Kiribati è più una manciata di atolli corallini che terraferma, più profondo oceano blu che spiagge sabbiose, più palme da cocco che persone, più chiesa cattolica che antiche credenze locali. Il Kiribati (pronuncia ki-ri-bas) è un luogo remoto, difficile da raggiungere, poco turistico e profondamente religioso. Vanta anche una miriade di barriere coralline, innumerevoli pesci sgargianti che guizzano attraverso i coralli e una gran quantità di relitti della seconda guerra mondiale. Poiché gli atolli sono disseminati a cavallo dell’Equatore, il clima è di norma caldo, benché spesso temperato dalle fresche brezze marine. Nonostante Tarawa (l’isola su cui sorge la capitale) non si possa definire la Venezia del Pacifico, anche qui ci si deve spostare in barca e lungo strade rialzate per visitare i principali siti d’interesse. Sebbene il paese si stia incamminando verso la modernizzazione, la gente del luogo osserva ancora i visitatori come se fossero interessanti rarità. Il Kiribati non offre molto in termini di attività organizzate, ma nella maggior parte delle località si possono praticare immersioni e pesca. Chiunque desideri isolarsi dal mondo con un libro o una maschera da sub ha, inoltre, sempre a disposizione qualche idilliaca spiaggia a portata di mano.
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